Omicidio Saman Abbas, arrestata la madre latitante: era in un villaggio in Pakistan

A tre anni di distanza dal brutale omicidio di Saman Abbas, Nazia Shaheen – la madre della giovane – è stata arrestata in Pakistan. La donna è già stata trasferita a Islamabad per le procedure formali di estradizione. A dicembre era stata condannata all’ergastolo dalla Corte di assise di Reggio Emilia, per l’omicidio della figlia, accusata dall’indagine della Procura e dei carabinieri. 

La lunga latitanza

Nazia era latitante dal primo maggio 2021. Quel giorno era tornata in Pakistan da Novellara, di tutta fretta, insieme al marito, dopo l’efferato omicidio della figlia appena maggiorenne. La coppia era stata ripresa anche dalle telecamere dell’aeroporto mentre si davano alla fuga.

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I genitori di Saman Abbas ripresi dalle telecamere dell’aeroporto mentre si davano alla fuga

Su di lei c’era un mandato di cattura internazionale. La donna è stata scovata in un villaggio ai confini con il Kashmir, nell’ambito delle attività d’indagine poste in essere in collaborazione con Interpol e la Polizia Federale pachistana.

A tre anni dall’omicidio

Secondo quanto accertato dalla giustizia italiana, Saman Abbas sarebbe stata assassinata poco dopo la mezzanotte del 30 aprile 2021. L’omicidio sarebbe stato commesso dai familiari della giovane a causa di alcuni comportamenti tenuti della ragazza.

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Saman Abbas, la giovane assassinata nel 2021

I genitori andarono su tutte le furie dopo aver scoperto, avvertiti dal figlio Ali Heider che la ragazza stava proseguendo la sua relazione con il fidanzatino Saqib Ayub. Con la complicità dello zio Danish, Saman fu strangolataseppellita in un casolare diroccato dove il cadavere venne trovato il 19 novembre 2022.

La condanna all’ergastolo

Il processo in primo grado per l’omicidio di Saman Abbas, svoltosi lo scorso 19 dicembre, si è concluso con la condanna all’ergastolo Shabbar e Nazia. Ad Hasnain furono inflitti 14 anni, assolti i due cugini, Nomanulhaq Nomanulhaq e Ikram Ijaz (26 anni fu la richiesta da parte del procuratore Gaetano Paci). 

Non è possibile stabilire chi abbia strangolato Saman. Ma, come si apprende dalla sentenza, «si può affermare con sconfortante certezza che» i genitori «abbiano letteralmente accompagnato la figlia a morire». Ma c’è dell’altro: «la circostanza che Nazia scompaia dalla vista delle telecamere per un minuto, con Saman ancora viva, non consente di escludere con certezza che anche» la madre «abbia fattivamente partecipato» all’omicidio. 

 

Andrea Carrabino

Braidese per nascita, milanese per scelta. Laureato prima in Scienze Politiche e poi in Scienze del Governo. Amo la politica, ma non la vivrei. Juventino sfegatato e amante delle serie tv e del cinema. Toglietemi tutto, ma non The Office

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