«Ne è valsa la pena». Così, in una delle ultime interviste, ha commentato la sua vicenda politica il dirigente del Partito comunista italiano Emanuele Macaluso, morto oggi, 19 gennaio, all’età di 96 anni. Da giorni era ricoverato all’ospedale Gemelli di Roma: problemi cardiaci da cui era afflitto da tempo erano stati aggravati dai postumi di una caduta.
Storico dirigente del Pci, giornalista, Macaluso è stato parlamentare per circa trent’anni, dal 1963 al 1992 e direttore del quotidiano L’Unità dal 1982 al 1986. È nato nel marzo del 1924 a Caltanissetta da padre ferroviere e madre massaia. Le sue umili condizioni non gli hanno permesso di frequentare, come avrebbe voluto, il ginnasio. «Per quel tipo di scuole si pagavano le tasse», ha raccontato a La Repubblica. Per questo, si diplomerà all’Istituto minerario.
LA TESSERA DEL PARTITO COMUNISTA ITALIANO
Emanuele Macaluso ha dichiarato di aver aderito al comunismo in un sanatorio. Nel 1941, a 17 anni, è stato ricoverato per un grave problema polmonare. Dove molti già a mezzo chilometro dall’ospedale coprivano la bocca con un fazzoletto per timore di contagiarsi, il figlio di un libraio di Caltanissetta gli fa visita proponendogli di iscriversi al Partito comunista italiano. Macaluso otterrà la tessera di partito prima della caduta del Regime fascista.
Clandestina fu anche la sua relazione con Michela Di Maria, la sua compagna. Quando la conosce, nel 1943, Emanuele Macaluso ha 19 anni, Lina invece 23, due figli e un matrimonio alle spalle. Con l’adulterio inquadrato come reato dalla legge italiana, Macaluso finisce in prigione per un breve periodo. Dopo la Liberazione, dichiarerà «Finita la clandestinità politica, deve finire anche quella sentimentale». Emanuele e Lia vanno a convivere, e la scelta viene criticata anche all’interno dello stesso Pci.
LA CHIAMATA DI TOGLIATTI
Nel ’41, in occasione dell’occupazione del più grande cantiere navale di Palermo, Macaluso viene contattato da Palmiro Togliatti affinché prenda le redini della situazione. L’occupazione si risolve per il meglio, e più tardi Togliatti lo chiamerà alla segreteria del Pci: Macaluso ne diventa uno tra i più giovani componenti.
Deputato regionale, quindi parlamentare per sette legislature, Emanuele Macaluso ha fatto parte della cosiddetta corrente «migliorista» del Partito comunista. Era tra coloro che teorizzavano il miglioramento dall’interno del capitalismo attraverso riforme graduali. Con lui, l’amico ed ex presidente della Repubblica Giorgio Napolitano.
IL CORDOGLIO UNANIME DELLA POLITICA
«Emanuele Macaluso è stato un protagonista della storia repubblicana e ha contribuito alla crescita democratica del Paese», ha scritto il Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella. Al cordoglio per la scomparsa dello storico dirigente del Pci hanno partecipato, tra gli altri, anche il premier Giuseppe Conte, che oggi al Senato ha osservato un minuto di silenzio in sua memoria, il presidente del Parlamento europeo David Sassoli, il presidente della Camera Roberto Fico.
Nel suo messaggio, il segretario generale della Cgil Maurizio Landini ha ricordato l’impegno di Macaluso durante i suoi anni da dirigente della sigla sindacale. Le esequie saranno celebrate giovedì prossimo, 21 gennaio, alle ore 10.30 nel piazzale antistante l’ingresso della sede della Cgil nazionale, a Roma.
a cura di Marta Zanichelli