
Morire di chirurgia estetica, morire con il desiderio di migliorarsi e vedersi più belle. Quello di Ana Sergia Alcivar Chenche è solo l’ultimo dei nomi che si è aggiunto alla lunga lista di coloro che hanno perso la vita dopo essersi affidati alle mani di chirurghi plastici, o sedicenti tali, che promettevano risultati estetici di qualità, operando spesso in ambulatori non a norma, a un prezzo stracciato.
L’ultimo caso a Roma
Ieri, martedì 10 giugno, Ana Sergia Alcivar Chenche, 47enne di origini ecuadoriane, ha perso la vita in uno studio di medicina privato a causa di un malore giunto a seguito di un intervento di liposuzione. La vittima si era affidata a José Lizarraga Picciotti, medico peruviano titolare dello studio romano nel quartiere di Torrevecchia. Picciotti è ora indagato, insieme a un anestesista e a un’infermiera, per omicidio colposo.
Secondo quanto riportato dall’Ansa, lo studio di Picciotti, era sprovvisto dell’autorizzazione necessaria a compiere interventi di chirurgia estetica. L’ultimo “lasciapassare” – della durata standard di 5 anni – ha coperto lo studio dal 2007 al 2012. Erano, quindi, ben tredici anni che il dott. Picciotti, e i suoi assistenti, operavano senza autorizzazione.
Ma non è tutto, Picciotti non è nuovo ai guai con la giustizia. L’uomo era stato infatti già denunciato, nel 2006 e nel 2018, da alcune pazienti che si erano sottoposte ad alcuni interventi chirurgici e, tra questi ultimi, proprio ad una liposuzione.
I casi precedenti
Margaret Spada e la rinoplastica fatale
Il 7 novembre scorso, sempre a Roma, una ragazza di soli 22 anni, Margaret Spada, è morta dopo tre giorni di agonia a seguito di un intervento di rinoplastica parziale. La 22enne aveva accusato un malore a seguito della somministrazione dell’anestesia e i due medici presenti in ambulatorio avevano cercato, inutilmente, di rianimarla.

La vittima aveva trovato, e scelto, il centro medico sui social. La struttura, come accaduto per il caso sopracitato, era sprovvista di autorizzazione per effettuare quel particolare tipo di intervento e, in più, uno dei titolari era privo di specializzazione e non poteva, quindi, effettuare interventi di chirurgia estetica/plastica non a scopo ricostruttivo.
I due medici presenti al momento dell’intervento erano stati indagati per omicidio colposo, la cartella clinica dell’ospedale Sant’Eugenio dove Margaret era stata portata in condizioni gravissime, sequestrata e analizzata. Inoltre, nel centro medico, gli investigatori non avevano trovato documenti, a cominciare dal consenso informato, e nessun atto legato alla contabilità o ai pagamenti.
Helen Comin morta per un intervento al seno
Lo scorso 10 settembre Helen Comin è deceduta cinque giorni dopo essersi sottoposta a un’operazione al seno alla DiviClinic di Castelfranco Veneto. La morte della donna sarebbe avvenuta a seguito della somministrazione del Sufentanil, un antidolorifico che le sarebbe stato iniettato mentre l’anestesia era ancora in circolo.
Per il decesso della 50enne sono stati iscritti nel registro degli indagati due medici, il titolare della struttura e l’anestesista, entrambi coinvolti e presenti durante l’esecuzione dell’intervento.
Simonetta Kalfus morta dopo una liposuzione
Il 6 marzo del 2024 un intervento di liposuzione è costato la vita a una donna di 62 anni, Simonetta Kalfus. La donna si era sottoposta all’operazione in uno studio di medicina estetica di Cinecittà, sempre a Roma. Secondo l’accusa, a causa dell’intervento, sarebbe sopraggiunta una grave sepsi che avrebbe cagionato la morte della donna.

Nel registro degli indagati erano stati iscritti tre medici: il chirurgo che praticò la liposuzione (già condannato un anno prima per lesioni dopo un intervento di lifting al seno), un anestesista amico della donna che l’aveva accompagnata nella struttura e un medico dell’ospedale di Pomezia, dove la donna, inizialmente, si era recata dolorante e dal quale era stata rimandata a casa con una prescrizione di terapia antibiotica.
Qualche giorno dopo, era il 14 marzo, a causa del peggioramento dei dolori l’amico anestesista della donna l’ha accompagnata all’ospedale Grossi di Ostia. Qui la 62enne è stata ricoverata in rianimazione per quattro giorni a seguito dei quali è deceduta.
Alessia Neboso e l’intervento al seno
Risale al 2023 la morte della 21enne Alessia Neboso. La giovane è morta ad Acerra, in provincia di Napoli, ad una settimana di distanza dall’intervento di mastoplastica additiva al quale aveva scelto di sottoporsi al fine di aumentare il volume del seno.

Alessia aveva cominciato ad accusare i primi dolori subito dopo l’intervento e, data la situazione, la sua famiglia ha deciso di portarla al pronto soccorso di una casa di cura. Qui i medici hanno deciso di ricoverare la giovane date le condizioni gravissime in cui versava. I tentativi dei sanitari di salvare la giovane sono stati vani e, nonostante il ricovero, la 21enne è deceduta.
Vanessa Cella e la morte dopo tre interventi estetici
Nel marzo del 2022 Vanessa Cella è morta dopo essersi sottoposta a tre operazioni di chirurgia plastica consecutive: rinoplastica, liposuzione e mastoplastica additiva. Cella era stata operata nelle sale operatorie della clinica Santa Maria la Bruna di Torre del Greco, nel napoletano.

Dopo le operazioni la donna fu subito colpita da un malore e caricata in ambulanza per il trasporto verso l’Ospedale del Mare dove la 37enne giunse già priva di vita a seguito di un arresto cardiocircolatorio sopraggiunto durante il viaggio.
Secondo quanto dichiarato dai familiari della vittima, Vanessa non si sarebbe mai risvegliata dall’anestesia ma, anzi, col passare del tempo e dopo gli interventi avrebbe accusato evidenti malori. Per la morte della donna cinque medici furono iscritti nel registro degli indagati con l’accusa di omicidio colposo in concorso.
Rossella Daga e la liposuzione
Undici anni fa, era il 2014, la trentanovenne Rossella Daga è morta nella sua abitazione di Cagliari dopo essersi sottoposta a un intervento di liposuzione in uno studio privato della città. Anche in questo caso, il chirurgo estetico che la operò fu iscritto nel registro degli indagati.