Milan, Ibrahimovic operato al ginocchio sinistro: 7-8 mesi di stop

Ibrahimovic

Tre giorni dopo la vittoria dello scudetto Zlatan Ibrahimovic è stato operato al ginocchio sinistro per riparare una lesione al crociato anteriore e al menisco. Il calciatore svedese del Milan, che compirà 41 anni il 30 ottobre 2022, starà lontano dal rettangolo verde per 7-8 mesi.

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Zlatan Ibrahimovic scatenato nella festa scudetto del Milan
IL DILEMMA DI ZLATAN: CONTINUARE O DIRE ADDIO?

Ibrahimovic, che nell’ultima stagione ha segnato 8 gol in 23 partite, vede ora la sua carriera ad un bivio: il ritiro è una opzione, ma la voglia di continuare potrebbe tenerlo in campo almeno fino all’estate 2023. Tutto dipende dalla condizione fisica: se il ginocchio dimostrerà di reggere allora Zlatan non si ritirerà. In caso contrario, la sua carriera si chiuderebbe dopo 23 anni, con 862 presenze e 510 gol segnati.

Il lato economico non rappresenterebbe un problema nella trattativa: Ibra è ritenuto fondamentale a livello di spogliatoio, è amatissimo dai compagni e il suo ruolo da leader mentale ha inciso moltissimo anche nell’ultima stagione dei rossoneri conclusa con la vittoria del titolo italiano. L’offerta del Milan sarebbe di 2.5 milioni per un anno.

LE IPOTESI IN CASO DI RITIRO

Se decidesse di smettere, per Ibrahimovic il ventaglio di possibilità sarebbe pressoché infinito: Paolo Maldini e Frederic Massara gli hanno già offerto un ruolo dirigenziale. In piedi anche l’ipotesi di una veste da collaboratore tecnico di Stefano Pioli per restare a contatto con la squadra in spogliatoio.

L’importanza di questo rapporto dell’attaccante con i compagni è nota ormai dal suo ritorno al Milan nel gennaio 2020, quando promise che non sarebbe andato via senza aver prima rivinto lo scudetto. Missione compiuta dopo il trionfo contro il Sassuolo per 0-3. Il suo discorso dopo la vittoria è già diventato storia, concluso con il celeberrimo ribaltamento del tavolo che ha dato il via alla gigantesca festa dei rossoneri.

 

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Umberto Maria Porreca

Sono volato dalla più profonda costa Abruzzese a Milano col sogno del giornalismo sportivo nel cassetto e poche certezze nelle tasche e nella testa. Mio padre mi voleva ingegnere, ma la matematica non sarà mai il mio mestiere. Amante della musica italiana e del buon cibo da ovunque esso provenga, ho scritto per due anni per il settimanale di calcio giovanile lombardo/piemontese Sprint&Sport e ho collaborato con The Shot, testata di basket. Lo sport (parlato, non praticato) è il mio pane e la mia vita è stata profondamente influenzata da Andriy Shevchenko. Inseguo il mio sogno sulle note di Fabrizio De Andrè.

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