fethiye escort bayan istanbul masöz escort bodrum
fethiye escort bayan istanbul masöz escort bodrum

Meloni: «Ventotene non è la mia Europa». E Schlein: «Oltraggio all’antifascismo»

Meloni Manifesto Ventotene

Mercoledì 19 marzo, alla Camera dei Deputati Giorgia Meloni ha letto alcuni passaggi del Manifesto di Ventotene, il documento redatto nel 1941 dagli antifascisti Altiero Spinelli, Ernesto Rossi ed Eugenio Colorni mentre erano al confino sull’isola del mar Tirreno in quanto oppositori del regime.

La Presidente del Consiglio si è soffermata sui brani riguardanti il «partito rivoluzionario» e la sua auspicata «dittatura». Meloni lo ha fatto per attaccare la manifestazione per l’Europa, organizzata sabato pomeriggio da Michele Serra a Roma. «Spero che quelli che erano alla manifestazione in piazza del Popolo non l’abbiano mai letto, perché l’alternativa sarebbe spaventosa».

Il Manifesto di Ventotene del 1941

La scrittura del Manifesto di Ventotene risale all’inverno del 1940 e il 1941, e fu firmato da Spinelli, Rossi e Colorni. Nelle intenzioni degli autori, si trattava di un «manifesto per un’Europa libera e unita», destinato a diventare il simbolo della ricostruzione democratica europea dopo la notte buia dei totalitarismi.

La tesi di fonde del Manifesto è che la restaurazione dei vecchi Stati nazionalianche se realizzata in forma democratica, ricreerebbe il contesto conflittuale che ha prodotto guerre e regimi totalitari. E questo perché gli Stati continuerebbe a perseguire i loro interessi egoistici a scapito della collettività.

Per questo motivo, i firmatari portarono avanti l’idea di una federazione europea munita di proprie forze militari, priva di barriere economiche protezioniste, con una rappresentanza diretta dei cittadini negli organi centrali e dotata dei mezzi sufficienti per instaurare un «ordine comune», pur concedendo ai diversi popoli notevole autonomia.

La polemica di Meloni e la reazione di Schlein

«Non so se è questa la vostra Europa, ma di certo non è la mia», ha detto Meloni a Montecitorio a commento di alcune frasi del Manifesto di Ventotene. «Guardate qui cosa c’è scritto: lo leggo a beneficio di chi ci guarda da casa e per chi non dovesse averlo mai letto: “La rivoluzione europea per rispondere alle nostre esigenze dovrà essere socialista; la proprietà privata deve essere abolita, limitata, corretta, estesa caso per caso…», ha aggiunto.

Alle parole della premier, i parlamentari della maggioranza hanno esultato come allo stadio. Dall’opposizione, invece sono partite lamentele e fischi. «Se lei dice che l’Europa è diversa da quella di Ventotene, chiedo a Giorgia Meloni qual è la sua Italia. È quella della Costituzione? Perché sono gli stessi antifascisti che l’hanno scritta e stiamo ancora aspettando di sentire che lei si dichiari antifascista come la nostra Costituzione sulla quale ha giurato», ha detto la segretaria del Pd Elly Schlein. E ha aggiunto: «Meloni ha deciso di oltraggiare la memoria europea, ma noi non accetteremo tentativi di riscrivere la storia».

La replica di Benigni nello show “Il sogno”

In serata anche il comico Roberto Benigni si è espresso sul dibattito attorno al Manifesto di Ventotene. Nel suo spettacolo “Il Sogno”, in prima serata su Raiuno, ha preso posizione in difesa dell’idea di Europa contenuta nel documento. «Il nazionalismo è guerra, ne è la causa, il carburante. L’Unione europea è nata per combatterlo, perché si tratta di una fede integralista, di un’ossessione che mette la Nazione al di sopra di tutto, perfino sopra Dio».

Benigni ha poi portato l’esempio degli Stati Uniti per spingere gli europei verso un federalismo pacifico e democratico: «A Ventotene Ernesto Rossi riceve da Einaudi questi libri sul federalismo. Intanto in Europa è scoppiata la guerra, il mondo sembra impazzito, ma leggendo, meditando, Spinelli, e Colorni scoprono che c’è una speranza per l’Europa; federarsi. Sapete come si è sparso in tutt’Europa quel manifesto? Dentro un pollo arrosto. Alla faccia dei social».

Alessandro Dowlatshahi

Classe 1998, ho conseguito la Laurea Magistrale in Lettere Moderne presso l’Università degli Studi di Milano, chiudendo il mio percorso accademico con un lavoro di ricerca tesi a Santiago del Cile. Le mie radici si dividono tra l’Iran e l’Italia; il tronco si sta elevando nella periferia meneghina; seguo con una penna in mano il diramarsi delle fronde, alla ricerca di tracce umane in giro per il mondo.

No Comments Yet

Leave a Reply