
Martina Gentile, figlia della compagna del boss mafioso Matteo Messina Denaro, è stata condannata dal giudice di Palermo a 4 anni e 8 mesi di carcere e uno di libertà vigilata per favoreggiamento e procurata inosservanza della pena, aggravati dall’aver agevolato Cosa nostra.
Il legame con Matteo Messina Denaro
Martina Gentile è figlia di Laura Bonafede, una maestra di scuola che per anni è stata sentimentalmente legata a Matteo Messina Denaro e lo scorso novembre è stata condannata a 11 anni e 4 mesi di carcere per associazione mafiosa. Secondo l’accusa Martina Gentile ha vissuto per anni in casa con la madre e Matteo Messina Denaro, anche durante la latitanza del boss, che l’ha cresciuta come una figlia. Dalle prove emerge anche che il mafioso aveva per la ragazza anche un soprannome “Tan” e non le avesse mai risparmiato elogi. Ma Martina Gentile ha dichiarato di non essere stata al corrente, almeno all’inizio, della reale identità del compagno di sua madre. “Ho conosciuto il latitante col nome di Francesco Averna prima di saperne la vera identità…”

Le accuse
Martina, 33 anni, maestra di scuola, ha fatto da tramite con il boss mafioso quando ancora era latitante. Quando la procura di Palermo ne chiese l’arresto la definì “totalmente votata alla causa di Matteo Messina Denaro” che amava come un padre, mentre quello naturale si trova in carcere dove sta scontando due ergastoli per omicidi commissionati proprio dal boss.
Gentile era in contatto con un’altra fedelissima del boss, Lorena Lanceri, già condannata in appello. Lanceri riceveva degli scritti dal latitante e poi li dava a Gentile, che li faceva avere ai destinatari, tra cui sua madre, compagna del boss. Gli scambi avvenivano di frequente nello studio dell’architetto Stefano Tramonte, ex assessore all’Urbanistica del Comune di Campobello di Mazara, in cui Gentile e Lanceri lavoravano. Ma la donna, accusata di essere stata “uno degli ingranaggi indispensabili del sistema di comunicazione ingegnato dal latitante”, nega di aver mai ricevuto del materiale compromettente.
Il pentimento
Davanti al gup, Gentile rinnega l’ex latitante, ammettendo di aver sbagliato a voler bene a un uomo che non lo meritava. “Ad oggi, per quello che ho saputo leggendo il diario di mia madre capisco che non meritava il mio affetto, mia madre ha sbagliato tantissimo, per questo sono arrabbiata con lei”. Gentile dichiara anche di aver cercato di ravvedersi nel momento in cui ha scoperto la vera identità dell’uomo. Per questo sarebbe andata a insegnare a Pantelleria, allontanandosi dal suo paese Campobello di Mazara, e avrebbe iniziato un percorso di legalità attraverso colloqui con assistenti sociali e associazioni antimafia.
Martina Gentile adesso rischia anche di perdere la custodia della figlia. Secondo la procura dei minori, la giovane donna potrebbe avere una cattiva influenza sulla bambina e dovrebbe essere allontanata dalla madre. Ma su questo il tribunale non si è ancora espresso.