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Lowinfood, l’iniziativa che in Emilia-Romagna fa recuperare tonnellate di frutta e verdura

A Bologna presentata la chiusura del progetto europeo Lowinfood, finanziato dal programma Horizon 2020 dell’UE con 5,5 milioni di euro. Una strategia per il recupero di avanzi di frutta e verdura, destinati ad essere ridistribuiti ad enti benefici.

Il giro d’affari di Lowinfood

Secondo uno studio dell’Università di Bologna, con la raccolta dai mercati ortofrutticoli e la distribuzione gratuita ad enti benefici tramite la piattaforma Sir (Sistema informatico ritiri), Lowinfood ha generato un ritorno socio-economico di 635 milioni di euro per la comunità locale. Il software ha permesso di salvare 160mila tonnellate di frutta e verdura, di cui hanno beneficiato 2 milioni di persone. Un unico obiettivo quello dell’Emilia-Romagna, la prevenzione degli sprechi attraverso il digitale. Si pensa ora ad un utilizzo su scala comunitaria in altre regioni e Paesi, a breve la sperimentazione in Romania.

La lotta agli sprechi alimentari

Un’iniziativa quadriennale quella di Lowinfood per ridurre lo spreco alimentare nelle filiere del pane, dell’ortofrutta, dei prodotti ittici e della ristorazione collettiva. Avviata nel 2021 all’interno del programma Horizon 2020 con un finanziamento di 5,5 miliardi di euro, va verso la sua conclusione. Oltre alla coordinazione dell’Università di Wageningen, Olanda, il progetto ha visto coinvolti 27 partner pubblici e privati di 12 Paesi europei, tra cui L’Italia con l’Emilia-Romagna. L’obiettivo? Testare e sviluppare soluzioni avanzate per prevenire e ridurre gli sprechi alimentari. Si stima che 88 milioni di tonnellate di cibo in Europa siano sprecate in varie fasi delle filiere. Non solo, quasi il 10% delle emissioni di gas serra si deve proprio allo spreco alimentare.

Una montagna di rifiuti alimentari
Una montagna di rifiuti alimentari
Il ritorno sociale dell’investimento

L’Università di Bologna ha in seguito misurato l’impatto economico e sociale della piattaforma Sir in Emilia-Romagna, presentando i primi risultati sul Social return on investment (Sroi). Per ogni euro investito nel sistema si registra un ritorno sociale medio di 4,74 euro, con un impatto complessivo di 635 milioni di euro. Lo studio si è focalizzato sui benefici derivanti dalla riduzione dello spreco alimentare, dalla diminuzione delle emissioni di gas serra e dal miglioramento della sicurezza nel sistema agroindustriale. Uno dei risultati più rilevanti dello studio riguarda il potenziamento dell’accesso al cibo, grazie al quale più di 2 milioni di persone in condizioni di povertà hanno beneficiato di prodotti ortofrutticoli. Seguono la riduzione dell’impatto ambientale, il miglioramento della logistica grazie all’utilizzo di software condivisi e lo sviluppo di nuove reti di solidarietà nel terzo settore.

Giulia Spini

Laureata in Interpretariato, penso in inglese e in spagnolo ma parlo italiano. Appassionata di tutto ciò che riguarda la settima arte. Il mio sogno nel cassetto? Lavorare come giornalista di spettacolo.

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