L’Ocse: un terzo degli italiani è analfabeta funzionale

Un diplomato finlandese ha più competenze di un laureato italiano. Lo ha dimostrato l’indagine dell’Ocse che ha coinvolto 31 paesi su 160mila persone tra i 16 e i 65 anni. Lo studio ha dato un altro triste dato per il nostro Paese: un italiano su tre è analfabeta funzionale. Un termine usato spesso per offendersi sui social, ma cosa significa esattamente? L’analfabetismo funzionale si ha quando una persona ha difficoltà a comprendere pienamente testi semplici, oppure quando non è capace ad eseguire conti matematici elementari e ha una conoscenza superficiale di eventi politici, storici, scientifici, sociali ed economici.

Gli italiani comprendono ciò che leggono?

Il 35% degli adulti nella categoria “literacy”(l’alfabetizzazione) ha ottenuto un punteggio pari o inferiore al livello uno. Per chi ha raggiunto il primo livello ha una ridotta capacità di comprendere testi brevi ed elenchi organizzati, sebbene le nozioni sono indicate in modo chiaro. Gli intervistati con un punteggio inferiore all’uno sanno capire solo frasi brevi e semplici. Solo il 5% degli italiani si è rivelato high performer, acquisendo un punteggio alto, la media generale dell’Ocse è del 12%.

Vignetta analfabetismo funzionale
Risultati con la matematica

In numeracy – capacità di calcolo – l’Italia ha ottenuto un punteggio di dieci punti superiore agli altri paesi che hanno persone con un livello uguale o inferiore a 1: il 35% contro il 25%.

Chi ha un punteggio pari a uno sa fare calcoli di base con numeri interi o con il denaro e possono avere difficoltà, ad esempio, con le proporzioni. Chi è al di sotto dell’uno è in grado di sommare e sottrarre piccoli numeri. Chi ha ottenuto il livello quattro e cinque(high performer) sono stati solo il 6% degli italiani, la media dei paesi Ocse è del 14%.

Il problem solving

Quasi la metà degli italiani è insufficiente nel risolvere i problemi quotidiani: il 46% contro il 29% del resto dei paesi. Solo l’1% degli intervistati ha ottenuto un punteggio superiore al quarto livello, contro la media estera del 5%.

Gli italiani hanno carenze nel problem solving
Risultati generali

Le competenze alfabetiche e matematiche sono globalmente diminuite. I risultati migliori li hanno ottenuti: Finlandia, Giappone, Norvegia, Paesi Bassi e Svezia. I paesi che hanno ottenuto un punteggio inferiore alla media Ocse, oltre all’Italia,sono risultati: Cile, Croazia, Francia, Ungheria, Israele, Lituania, Polonia e Portogallo.

Osservazioni sull’Italia

Gli abitanti del Nord e Centro riescono, nella quasi totalità, a raggiungere la media Ocse. A differenza del Sud che ha registrato dati inferiori. Gli adulti di 55-65 anni hanno mostrato un livello minore di competenza rispetto ai giovani di 16-24 anni. Il 26% degli italiani – un cittadino italiano su quattro – non ottiene la sufficienza in nessuna delle tre categorie, risultando ad alto rischio di esclusione economica e sociale. Negli altri paesi la fascia di età maggiormente qualificata è quella dei giovani tra i 25 e i 34 anni, in Italia il declino delle competenze comincia già dopo i 24 anni, verosimilmente dopo la fine del ciclo di studi universitari.

<<È evidente la stretta relazione tra competenze cognitive e sviluppo del Paese. Occorre investire per il recupero dei territori del Mezzogiorno>>, ha dichiarato Natale Forlani, presidente dellIstituto nazionale per l’analisi delle politiche pubbliche che ha eseguito le indagini in Italia.

A cura di Maria Sara Pagano

No Comments Yet

Leave a Reply