
Il presidente della Federazione Ginnastica Italiana (FGI), il neo eletto Andrea Facci, ha deciso di non confermare la direttrice tecnica Emanuela Maccarani alla guida delle Farfalle, la squadra nazionale di ginnastica ritmica. Al momento, il suo è l’unico ruolo tecnico che non attenderà la scadenza naturale del 30 giugno: fino a quella data il presidente stesso assumerà ad interim la funzione della Maccarani.
L’allenatrice più titolata
Una carriera lunghissima e piena di successi. Questo avrebbe decantato fino a poco tempo fa chiunque fosse stato chiamato a esprimersi su Emanuela Maccarani, dal 1996 allenatrice responsabile della Nazionale di ginnastica ritmica dell’Italia. In trent’anni di attività, Maccarani ha vinto con le sue atlete più di chiunque altro, sia nelle gare di squadra che in quelle individuali. Un trionfo dopo l’altro, in tutte le competizioni, che ne hanno fatto l’allenatrice italiana più medagliata di sempre.
Lo scandalo
La sua straordinaria immagine ha cominciato però a incrinarsi nel 2022, quando un’inchiesta di Repubblica ha portato alla luce un clima di maltrattamenti, abusi verbali e umiliazioni che lo staff tecnico da lei guidato avrebbe messo in atto nei confronti delle atlete. Le denunce per abusi psicologici presentate dalle ex ginnaste Anna Basta e Nina Corradini avevano poi avuto esiti differenti: la giustizia federale si era limitata ad ammonire l’allora direttrice tecnica, mentre la giustizia ordinaria l’ha rinviata a giudizio. Questo secondo iter è ancora in corso, ma l’emergere di nuovi fatti ha portato anche alla riapertura del processo sportivo. Il procuratore generale del CONI avrebbe infatti rilevato delle iniquità nella prima gestione del caso.
Un nuovo inizio

Nell’annunciare la decisione, il presidente Facci ha tenuto a precisare che questa è arrivata «a prescindere dalle note vicende» che hanno interessato l’allenatrice, che anzi ha voluto ringraziare, dichiarando di averla sollevata dall’incarico semplicemente ritenendo che il suo «ciclo fosse esaurito e che la squadra potesse avere una guida diversa».
Difficile credere che il processo a carico della Maccarani non sia tra le motivazioni che hanno portato alla sua mancata riconferma – peraltro votata all’unanimità dal Consiglio federale –, ma la sua esclusione è prima di tutto un segnale voluto dalla nuova dirigenza. «È un nuovo inizio – ha ripetuto il presidente Facci – Vorrei introdurre un nuovo modello di lavoro per la ginnastica».
Un modello che prevederà una nuova catena di comando, per condividere meglio le decisioni ed evitare eccessi e abusi di potere. «Non ci preoccupiamo se non arriveranno subito grandi risultati, l’importante è costruire e ricostruire: il concetto di uomo solo al comando non è più attuale», ha continuato Facci.