Il centrodestra fiorentino ha un nuovo volto, e arriva da Napoli. Eike Schmidt, ex direttore degli Uffizi e oggi alla guida del Museo e Real Bosco di Capodimonte (Na), si è candidato ufficialmente a sindaco del capoluogo toscano. Per gli alleati una vittoria di immagine che sperano si trasformi in una vittoria sul campo. Ma dall’altra parte politica arrivano non poche voci di critica.
L’annuncio di Schmidt
«Oggi non è solo il giorno del compleanno di Raffaello Sanzio. È il giorno giusto per annunciare che mi candido a sindaco, e chiederò l’appoggio del centrodestra». Piazza della Signoria, sullo sfondo Palazzo Vecchio. È con questo palcoscenico alle spalle che sabato 6 aprile Eike Schimdt ha comunicato ufficialmente il suo ingresso nella corsa per Firenze. «Già da luglio, quando nacque l’ipotesi della mia candidatura, tanti fiorentini mi chiedevano di candidarmi. Adesso è arrivato il momento: ci sto. Presto vi dirò il luogo ed il giorno in cui presenterò il mio programma».
Nato a Friburgo nel 1968, ha studiato arte moderna e medievale prima a Heidelberg, poi a Bologna e a Firenze. Dal 2001 al 2008 curatore della National Gallery of Art e del Paul Getty Museum negli Stati Uniti, è stato anche responsabile per l’Europa presso la casa d’aste londinese Sotheby’s. Poi gli otto anni agli Uffizi, al termine dei quali ha acquisito la cittadinanza italiana. E ora Napoli.
Ma Firenze gli è evidentemente rimasta nel cuore. E non solo perché qui conobbe durante gli anni universitari l’attuale moglie Roberta Bartoli. «Non corro contro il Pd di Nardella, ma per i fiorentini. Per restituire alla città quello che mi ha dato». Tre sono le problematiche che Schmidt ha promesso di affrontare: la sicurezza, la mancanza di giovani e l’over-tourism.
La soddisfazione degli alleati
Un annuncio che ha fin da subito raccolto l’ovvio sostegno della sua parte politica. «Per la prima volta ce la giochiamo anche a Firenze», festeggia il vicepremier Matteo Salvini. Per Maurizio Gasparri, senatore di Forza Italia, Schmidt sarebbe «una scelta di qualità». Che, spera la maggioranza, possa dare la spinta definitiva al centrodestra in una regione storicamente rossa. «È un uomo di caratura europea, e corre in una delle capitali mondiali della cultura».
Un respiro ultra-regionale che ha sottolineato anche il ministro della Cultura Gennaro Sangiuliano. «Schimdt primo cittadino di Firenze costituirebbe una consacrazione della nozione di cittadino europeo. Chi critica la scelta, dimostra di essere un europeista à la carte». Un sostegno preannunciato nonostante lo storico dell’arte si definisca un ‘centrista aristotelico più che un rappresentante della destra’. In un panorama cittadino in cui, almeno a marzo, Schimdt era dato in ritardo di otto punti percentuali rispetto alla candidata di centrosinistra Sara Funaro.
I dubbi della sinistra
«Tra le prime cose che farò sarà quello di chiedere l’aspettativa da direttore del Museo e Real Bosco di Capodimonte di Napoli. Lo faccio ben prima dei 45 giorni come previsto dai termini di legge. Da metà mese sarò al 100% sul campo a Firenze». Queste parole di Eike Schimdt hanno sollevato le proteste del PD, soprattutto della sua sezione campana.
Prima l’attacco del capogruppo nel Consiglio comunale Gennaro Acampora: «Ora abbiamo alcune certezze. Che un plesso di grande importanza non avrà una guida a tempo pieno nel medio termine. E che il ministro Sangiuliano ha nominato a direttore di Capodimonte una persona che non teme di anteporre gli interessi suoi e della sua parte politica a quelli di un luogo e di una città che meritavano rispetto». In allegato anche la promessa di una raccolta firme per chiedere la nomina di una nuova guida per il museo napoletano. Ad Acampora si accoda anche Vincenzo De Luca. Per il presidente della Regione è inaccettabile sospendere la gestione di Capodimonte in attesa dell’esito delle comunali fiorentine. «È una offesa per Napoli, per la Campania e per la cultura mondiale dell’Italia».
Immediata la risposta dello stesso Schmidt, che non risparmia le prime frecciate da aspirante primo cittadino. «La legge è uguale per tutti. Come sapete c’è un professore universitario di Firenze, Giuseppe Conte, che ormai è in aspettativa da sei anni per attività politica». Ha poi chiosato: «Io mi metto in aspettativa e mi auguro che anche il rettore dell’Università per stranieri di Siena Tomaso Montanari e l’assessore al welfare di Firenze Sara Funaro, ora in piena campagna elettorale, si mettano in aspettativa. Perché è giusto così».