Emily in Paris fa tappa a Venezia che ora teme nuove ondate di turisti

Arrivederci Roma, ciao Venezia! Continua il tour italiano della serie Netflix ideata da Darren Star, che vede protagonista l’impacciata Emily Cooper (interpretata da Lily Collins), alle prese con il suo lavoro nel mondo della pubblicità e con rocambolesche disavventure. Da Emily in Paris, la serie sembra ormai virare verso un vero e proprio Emily in Italy, dopo l’annuncio che alcune scene della quinta stagione saranno girate nella laguna di Venezia. Il viaggio nella dolce vita italiana, tanto amata all’estero, continua, ma non senza polemiche.

Un breve recap

Emily è una giovane esperta di marketing americana che si trasferisce a Parigi per lavorare in un’agenzia francese. La sua vita si divide tra malintesi culturali, ambiziosi progetti professionali, amicizie complesse e una movimentata relazione sentimentale — soprattutto con Gabriel, il suo affascinante vicino chef. Fin dall’inizio, Emily si muove in bilico tra cuore e carriera, cercando di trovare un suo equilibrio.

Dopo tre stagioni ambientate tra Parigi e alcune delle località più iconiche della Francia, la quarta stagione vede Emily trasferirsi – per amore – a Roma. Qui si trova coinvolta in una nuova campagna pubblicitaria, affronta una crisi di coppia profonda e inizia a interrogarsi su ciò che desidera davvero nella vita. La capitale rappresenta così un momento di svolta, sia sul piano personale che professionale.

Con la quinta stagione in fase di lavorazione e le riprese previste a Venezia, l’Italia si conferma cornice ideale per l’evoluzione del personaggio. La nuova ambientazione promette panorami spettacolari, nuovi intrecci narrativi e, ovviamente, ulteriori colpi di scena.

Riprese e polemiche

L’annuncio dell’arrivo della produzione nella Serenissima si inserisce in un clima già effervescente, segnato dalle recenti polemiche che hanno accompagnato il matrimonio del patron di Amazon, Jeff Bezos. L’evento, tenutosi proprio a Venezia, è stato accusato di trasformare la città in un set esclusivo per miliardari, oscurando la quotidianità dei residenti e aggravando le criticità ambientali.

Un set allestito nei canali dei Venezia

Nonostante ciò, c’è chi accoglie positivamente l’arrivo della produzione Netflix.
«È una notizia straordinaria, che conferma come il nostro territorio sia sempre più attrattivo per le grandi produzioni audiovisive globali – ha dichiarato il governatore del Veneto Luca Zaia – grazie al suo patrimonio unico e al lavoro di squadra tra istituzioni e operatori del settore. Un plauso alla Veneto Film Commission e a 360 Degrees Film, società di produzione cinematografica veneta doc, in questi giorni impegnata nei sopralluoghi insieme al regista della serie, Andrew Fleming, e ormai consolidata come punto di riferimento a livello nazionale e internazionale».

Se in molti sottolineano come eventi di portata internazionale possano offrire una preziosa occasione per valorizzare le bellezze italiane, non mancano voci critiche: c’è chi ritiene che Venezia non abbia bisogno di ulteriore visibilità, già ampiamente nota nel mondo, e che anzi queste produzioni rischino di accentuare i problemi legati all’overtourism. Non sono mancate nemmeno le frecciate, come il commento ironico: «Vedremo se si protesterà anche per questo», in riferimento alle polemiche sollevate per il matrimonio dei Bezos.

Orde di turisti nel centro storico della città
Venezia sotto pressione

Le riprese di Emily in Paris arriveranno in un momento di massima affluenza per la città. Agosto è il mese delle vacanze, e Venezia, già alle prese con un turismo di massa sempre più difficile da gestire, vedrà ulteriormente aumentare i flussi di visitatori. A rendere il quadro ancora più denso ci saranno anche gli appuntamenti della Biennale e, a fine mese, l’attesissima 82esima Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica, tra gli eventi più affollati e mediaticamente rilevanti dell’anno.

La presenza della produzione americana si aggiungerà quindi a un calendario già carico, contribuendo ad attirare amanti della serie o semplicemente curiosi — in una città dove il dibattito sugli eventi internazionali, e l’impatto che i relativi flussi turistici comportano, è più acceso che mai.

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