Il recente caso di Giulia Cecchettin, che ha sconvolto l’Italia intera nella tragicità dell’ennesimo femminicidio, ha riacceso le polemiche sulla necessità di un provvedimento politico immediato. È arrivato in Senato il ddl Femminicidi, che domani passerà al vaglio della Commissione Giustizia alla Camera. Si conta sulla convergenza tra gruppi di maggioranza e opposizione. Ma c’è un tema ancora dibattuto: l’educazione “affettiva” a scuola.
Un Paese in lutto
La drammatica vicenda di Giulia Cecchettin ha scosso – e continua a scuotere – l’intero Paese. La giovane è stata brutalmente uccisa con diverse coltellate alla testa e al collo, nonostante abbia tentato di difendersi fino alla fine. L’assassino è Filippo Turetta, l’ex fidanzato della 22enne. Il giovane si è dato alla fuga, salvo poi essere arrestato in Germania dalle forze dell’ordine tedesche.
Quello di Giulia è solo l’ultimo di una serie di crimini commessi quest’anno nel nostro Paese. Stando a quanto riportato da TgCom24, nel 2023 ci sono stati 54 femminicidi: dieci di queste vittime avevano meno di 30 anni. Un dato che non può che far riflettere la società e la politica. E il Governo, in questo senso, sta cercando di correre ai ripari.
Il ddl Femminicidi
Prevenire è meglio che curare. Questo pare essere il motto del nuovo ddl sul “Contrasto alla violenza domestica e di genere”, atteso per domani in Commissione Giustizia. La riunione, prevista per le ore 11 del prossimo 22 novembre, sarà una full immersion volta a intensificare le misure preventive a tutela delle donne. Prima che sia troppo tardi.
L’obiettivo è quello di rafforzare la disciplina in vigore, il cosiddetto Codice Rosso, per tenere lontani stalker e violenti dalle potenziali vittime. Deadline: la Giornata internazionale contro la violenza sulle donne, in agenda il prossimo 25 novembre. Si parte dal rafforzamento degli strumenti di prevenzione: ammonimento, braccialetto elettronico, distanza minima di avvicinamento, vigilanza dinamica. Misure che verranno applicate ai cosiddetti “reati spia”, in modo da evitare che la violenza venga del tutto consumata con conseguenze irreversibili.
L’educazione affettiva
L’intervento partirà a monte, dal sistema scolastico. Giuseppe Valditara, il ministro dell’Istruzione e del Merito, presenterà lo stesso giorno alla Camera un’iniziativa sull’educazione sentimentale a scuola. Si tratta ancora di una proposta sperimentale: un’ora a settimana, per tre mesi all’anno, dedicata all’“educazione alle relazioni” nelle scuole superiori. Un’iniziativa volta a promuovere, tra i più giovani, il rispetto reciproco all’interno delle relazioni amorose e la consapevolezza sulle conseguenze degli abusi.
Gli studenti saranno coinvolti in discussioni di gruppo, guidati da un docente come moderatore, con il supporto di psicologi, avvocati, assistenti sociali, e organizzazioni contro la violenza di genere. La proposta si allarga alla partecipazione di influencers, cantanti e attori, per rendere l’iniziativa più vicina ai giovani.
La versione del Nazareno
Ma l’opposizione chiede di più. Non tardano infatti ad arrivare le proposte per trovare un quadro politico condiviso con la maggioranza. La segretaria del Partito democratico Elly Schlein si è rivolta alla premier Giorgia Meloni affinché la politica affronti le tragedie, come quella di Giulia Cecchettin, dal punto di vista dell’educazione affettiva e sessuale.
«Mi sono rivolta alla premier per proporre di approvare una legge che renda obbligatoria l’educazione all’affettività, al rispetto delle differenze in ogni ciclo scolastico. Noi confermiamo la nostra disponibilità a lavorare insieme anche sul versante fondamentale della prevenzione, che manca nel disegno di legge sui femminicidi che sarà all’esame del Senato».