Sono passati più di tre mesi dall’insediamento del governo giallo-rosso, quando Giuseppe Conte giurò per la seconda volta nel giro di un anno davanti al Presidente della Repubblica Sergio Mattarella.
«Nei primi 100 giorni di Governo abbiamo messo in sicurezza il Paese e i risparmi delle famiglie» ha commentato il premier sul suo account Twitter. Un periodo nel quale però, nel nuovo esecutivo, formato dai partiti Pd e M5S, non sono mancate polemiche e frizioni interne. Divergenze che complicano l’obiettivo all’orizzonte: quello di arrivare al 2023. Ulteriore grana per Conte è stata la scissione di Matteo Renzi dai Dem con la creazione del suo nuovo partito, Italia Viva.
A sottolineare quanto complesso sia il dialogo nella maggioranza, basti pensare alla durata delle riunioni, pochissime in questo ultimo periodo. Gli incontri infatti si sono prolungati mediamente oltre le due ore, rispetto ai 52 minuti di quando al governo con i grillini c’era Matteo Salvini.
Nei primi 100 giorni di Governo abbiamo messo in sicurezza il Paese e i risparmi delle famiglie. Abbiamo sterilizzato 23 miliardi di Iva, abbassato tre miliardi di tasse ai lavoratori e restituiremo tre miliardi agli italiani che utilizzeranno la moneta elettronica.
— Giuseppe Conte (@GiuseppeConteIT) December 10, 2019
La Legge di Bilancio
La prima sfida che il governo ha dovuto affrontare è stata la Legge di Bilancio, con il principale obiettivo di sterilizzare l’IVA evitandone l’aumento. Punto cardine della manovra è stato l’abbattimento del cuneo fiscale, con la riduzione dei costi delle tasse sul lavoro. Si è invece discusso tanto sul carcere per i grandi evasori, che ha provocato l’opposizione della maggioranza. Nella Legge di Bilancio sono stati introdotti, tra le varie misure, degli incentivi per i pagamenti elettronici e interventi a favore della manutenzione dei Comuni. Al centro del mirino infine le nuove tasse introdotte: Plastic Tax, sugli imballaggi in plastica, Sugar Tax, tassa di 10 centesimi su bevande analcoliche zuccherate e Digital Tax. Quest’ultima va a colpire i grandi colossi del web, con un’aliquota unica al 3% sui ricavi delle imprese con oltre 750 milioni di fatturato con almeno il 5,5% derivato dalle vendite online.
I decreti già approvati
Sono nove i decreti legge e otto quelli legislativi già passati in Parlamento con il nuovo governo. Si va dalla delibera sul clima alla ricostruzione post-terremoto fino al decreto fiscale collegato alla manovra. A inizio ottobre è diventato legge anche il taglio dei parlamentari fortemente voluto dai 5Stelle. Il numero dei deputati è stato ridotto da 630 a 400 e quello dei senatori da 315 a 200. Nella sanità è stato abolito il superticket mentre per i genitori meno abbienti gli asili nido per i figli saranno gratuiti. Obiettivo dell’esecutivo è anche quello di rivisitare il decreto sicurezza firmato da Salvini nello scorso mandato.
Salario minimo, giustizia e autonomia: l’Agenda 2023
Nel momento dell’insediamento l’accordo prevedeva 26 obiettivi. Molti di questi sono ancora da raggiungere: salario minimo, riduzione dei tempi di giustizia, revisione delle concessioni autostradali e il completamento del decreto sull’autonomia differenziata. Ancora più complesso il discorso sulla riforma del sistema radiotelevisivo e la conseguente legge sul conflitto d’interessi.
«Abbiamo vinto lo sprint dei 100 metri, ora parte la maratona delle riforme strutturali per cambiare davvero il paese», ha dichiarato Conte fissando gli obiettivi futuri, in quella che il premier ha definito Agenda 2023. Si lavorerà per tagliare le tasse, riformare l’Irpef e rilanciare il piano degli investimenti cercando di risolvere lo stallo sull’Ilva e su Alitalia. Dovrà essere infine discussa in Parlamento una nuova legge elettorale.