Alle orecchie dei più il nome Antonello Nicosia non dice proprio nulla. Eppure nel suo curriculum salta all’occhio quel “direttore dell’Osservatorio internazionale dei diritti umani“, una onlus che si occupa della difesa dei diritti dei detenuti. Un ruolo che stride con le frasi pronunciate da Nicosia nelle intercettazioni che lo hanno incastrato nell’ambito nell’operazione “Passepartout” coordinate da Gico e Ros. “All’aeroporto bisogna cambiare il nome… Non va bene Falcone e Borsellino… Perché dobbiamo arriminare (girare) sempre la stessa merda… Sono vittime di un incidente sul lavoro, no?”. Inoltre Nicosia nel novembre 2018 entra in politica, essendo stato eletto nel Comitato Nazionale dal XVII Congresso di Radicali Italiani e ha ricoperto il ruolo di assistente parlamentare giuridico-psicopedagogico alla Camera dei deputati, in particolare della ignara deputata eletta tra Leu e passata tra le fila di Italia Viva Giuseppina Occhionero.
Antonello Nicosia è stato arrestato perché facente parte a tutti gli effetti un “organico alla famiglia mafiosa saccense”, grazie alle sue relazioni personali, emerse dalle intercettazioni. Nicosia, oltre che essere in contatto diretto con il boss Accursio Dimino, scarcerato nel 2016 e detenuto anche al 41 bis, era ritenuto molto vicino al defunto capomafia di Castelvetrano, Francesco Messina Denaro, padre di Matteo, con il quale pare essere stato in contatto e per il quale nutriva parecchia stima, definendolo addirittura “il primo ministro”.
Sulla sua pagina Facebook è possibile leggere che i suoi studi li ha terminati a Palermo, presso una facoltà di Scienze ( non si sa bene Scienze di cosa) e sembra che sia stato assistente universitario alla University of California di Santa Barbara. Sempre nel curriculum si dice «assistente parlamentare» e «docente a contratto nella scuola pubblica come esperto nei corsi PON». Nel 2011 è stato coordinatore del progetto «La Tavola Multiculturale» attività a favore della formazione e dell’integrazione degli immigrati. Nicosia indica tra i suoi titoli quello di ricercatore presso l’Invalsi, Istituto nazionale per la valutazione del sistema educativo di istruzione e di formazione. In più ha svolto anche l’attività di presentatore televisivo del programma “Mezz’ora d’aria”, su una tv locale.
Con Dimino, Antonello Nicosia discuteva di organizzare l’omicidio di un imprenditore di Sciacca, in provincia di Agrigento, per impossessarsi delle sue aziende: Paolo Cavataio, operativo nel settore ittico anche in alcuni paesi del Nord Africa. “È il più ricco di Sciacca”- raccontava Dimino che conversando con Nicosia aggiungeva: «Facciamocelo un giro li in Marocco e ce lo chiamiamo». Addirittura Nicosia gli chiedeva: «Tu dici di levarlo di mezzo?». E il boss rispondeva: «Si». Agghiacciante.