Dopo la regolamentazione del lavoro degli influencer voluta da Agcom, è in arrivo a Palazzo Chigi un testo per disciplinare la beneficenza.
La bozza del disegno di legge sulla trasparenza delle attività a scopo benefico è sul tavolo della riunione del Consiglio dei ministri di giovedì 25 gennaio.
Le nuove regole
Sarà obbligatorio indicare sui prodotti le finalità dei proventi, il destinatario della beneficenza, e l’importo o la quota destinati a quel fine. Chi non adempirà agli obblighi sarà soggetto a sanzioni da 5mila a 50mila euro che saranno inflitte dall’Antitrust. In caso di violazioni ripetute, l’autorità potrà sospendere l’attività. La multa «è determinata facendo riferimento al prezzo di listino di ciascun prodotto e al numero delle unità in vendita». Ma nei casi di minore gravità, la sanzione è diminuita fino a due terzi.
Prima della messa in vendita dei prodotti sarà inoltre obbligatorio indicare all’Autorità alcune informazioni obbligatorie, tra le quali il termine entro cui l’importo destinato alla beneficenza sarà versato.
Entro tre mesi dalla data comunicata il produttore dovrà comunicare all’Autorità l’avvenuto versamento dell’importo al destinatario.
L’applicazione delle regole agli influencer
Gli influencer che non rispetteranno gli obblighi e le norme sulla trasparenza delle vendite di prodotti a scopo benefico dovranno obbligatoriamente pubblicare sul proprio sito il provvedimento sanzionatorio ricevuto dall’Autorità.
Nella bozza si legge che l’Antitrust «pubblica i provvedimenti sanzionatori adottati sul proprio sito istituzionale, sul sito del produttore o del professionista destinatario della sanzione».
La posizione di Giorgia Meloni
Dal palco di Atreju la Presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, aveva parlato della questione della trasparenza nella beneficenza dopo il caso Ferragni-Balocco. Meloni aveva detto che gli «influencer che fanno soldi a palate mettendo vestiti o borse o promuovendo carissimi panettoni facendo credere che si farà beneficenza, ma il cui prezzo servirà solo a pagare cachet milionari» senza fare riferimenti diretti a Ferragni.
Sempre Meloni ha evidenziato «un buco in termini di trasparenza nella normativa delle attività commerciali che hanno anche uno scopo benefico». Un buco nel quale, con la normativa vigente, è possibile incappare. Per questo, la bozza del disegno di legge cercherà di evitare che si verifichino altre situazioni analoghe al “pandoro-gate”.