Il biotestamento è legge, la gioia al Senato

Dal 14 dicembre 2017 l’Italia ha una legge sul biotestamento. Otto mesi di stallo dopo il passaggio alla Camera di aprile. Scontri in aula, nelle piazze e persino nei tribunali, con il processo al segretario dell’Associazione Luca Coscioni, Marco Cappato, accusato di istigazione al suicidio per aver accompagnato a morire in Svizzera Dj Fabo.

E proprio il leader radicali è tra i primi a commentare il via libera di Palazzo Madama sul fine vita ringraziando Mina Welby, presente anche lei in Aula. Adesso Cappato mira a un altro obiettivo, l’eutanasia. Tema che le forze politiche che si erano opposte al biotestamento, in primis Lega e Fratelli d’Italia, avevano utilizzato per apporre il loro veto proprio al fine vita, vedendo nell’approvazione del Ddl sul testamento biologico il primo passo per arrivare a quello, ostracizzato, della “dolce morte”.

Il Senato però questa volta ha detto sì, accogliendo le istanze di chi ha condotto la battaglia per permettere una morte dignitosa a chi sta soffrendo. 180 voti favorevoli, 71 contrari e 6 astenuti: questo il risultato della votazione che ha permesso l’approvazione della legge senza modifiche al testo rispetto a quello approvato lo scorso 20 marzo a Montecitorio. L’asse tra Pd-Mdp e M5s questa volta ha retto e la richiesta da parte del capogruppo dem Luigi Zanda di calendarizzare immediatamente il disegno di legge ha avuto i suoi risultati. A questo si aggiunge anche la libertà di coscienza lasciata ai Senatori di Forza Italia.

«Dal Senato via libera a una scelta di civiltà. Un passo avanti per la dignità della persona», ha twittato il premier Paolo Gentiloni. Cinguettio a cui si è aggiunto anche quello della presidente della Camera Laura Boldrini

(CS)

 

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