Il 15 dicembre al Circo Massimo si è conclusa Atreju, la kermesse di Fratelli d’Italia. Nel suo intervento Giorgia Meloni ha annunciato le sue dimissioni da presidente del gruppo dei Conservatori europei, indicando come successore l’ex presidente polacco Morawiecki.
Le riforme
Al centro del discorso conclusivo della premier ci sono le riforme che il suo governo intende attuare. «Andremo avanti sul premierato, sull’autonomia differenziata, sulla riforma fiscale e su quella della giustizia» promette. Dal palco di Atreju Meloni difende il ddl Sicurezza che «aumenta le tutele per le forze dell’ordine». La Presidente del consiglio rassicura sull’unità della maggioranza «arriveremo compatti alla fine del governo». Della stessa opinione è Matteo Salvini «Il governo durerà fino al 2027, prenotandoci il 2032» ha promesso. Per Antonio Tajani invece l’obbiettivo è raggiungere il 51%. Meloni rivendica i risultati del governo: «molti uccelli del malaugurio hanno scommesso sul nostro fallimento. L’italia cresce: lo spread è sceso da 233 a 112. Siamo la quarta nazione esportatrice. Le agenzie rivalutano il nostro rating». In primo piano anche i dati sull’occupazione: «in due anni abbiamo quasi un milione di posti di lavoro in più» dichiara.
La polemica con l’opposizione
Dal palco di Atreju Meloni attacca anche le opposizioni, a cominciare dalla segretaria del Pd Elly Schlein: «Le si inceppa la lingua quando deve dire Stellantis. È troppo impegnata a combattere l’antifascismo con i rap o i balli sul carro del Gay pride». La segretaria del Pd non replica direttamente alle dichiarazioni della premier, ma commenta il suo discorso: «Quel comizio è la fotografia di una destra ormai arroccata tra il palazzo e la festa di partito, ben lontana dal Paese reale». Nel mirino finisce anche Maurizio Landini, accusato di organizzare scioperi «non per aiutare i lavoratori ma la sinistra». Meloni critica l’invito alla rivolta sociale, fatto «con toni che se avessimo usato noi avrebbero chiamato i Caschi blu dell’onu». Continua anche la polemica con Prodi che qualche giorno fa ha detto che «l’establishment americano adora Meloni perché obbedisce». «Dice che l’establishment americano mi adora perché obbedisco? – replica la premier – La svendita Iri, il modo in cui l’italia è entrata nell’euro, passando per il ruolo determinante che ha avuto per l’ingresso della Cina nel Wto, dimostrano che Prodi di obbedienza se ne intende parecchio».
A cura di Chiara Brunello