Allarme “droga del povero”: il vecchio gas esilarante si diffonde tra i giovani

Inspiri, chiudi gli occhi, la sostanza entra nell’organismo e in pochi istanti sei euforico. Inizi a ridere, ti senti leggero, l’ansia diminuisce e hai quasi l’impressione di fluttuare. È questo l’effetto che provoca la nuova “droga del povero”, che si sta diffondendo tra i giovani italiani, a partire dalle piazze di spaccio cremonesi. Si tratta del gas esilarante contenuto all’interno delle ricariche delle bombolette spray per la panna. Un prodotto facile da reperire: nei negozi di pasticceria o su internet. Bastano pochi centesimi per comprarlo, 50 per la precisione, per una capsula da 8 grammi, che regala un effetto della durata di 2 minuti circa. Eppure c’è chi, per quei pochi minuti, rischia la vita.

Cos’è la droga del povero

Il nome chimico è protossido di azoto, ma è conosciuto come gas esilarante. La droga del povero non è affatto nuova. Era nota e ampiamente utilizzata nel Settecento, e oggi è tornata alla ribalta. Non solo per il prezzo stracciato – una ricarica da 8 grammi costa 50 centesimi, mentre quella da 660g non supera i 30 euro – ma anche per i suoi effetti inebrianti. Chi ne fa uso spiega di provare una sensazione di calma improvvisa, quasi un vuoto mentale in cui ansia, pensieri e problemi scompaiono. È un sollievo temporaneo e artificiale, ma attraente per chi vive situazioni di forte stress o disagio. C’è anche chi sperimenta una sorta di distorsione della percezione uditiva e visiva: i suoni sembrano ovattati o rallentati, mentre l’ambiente circostante appare lontano, fino quasi a scomparire.

Come funziona l’inalazione

Nelle capsule il gas è contenuto ad alte concentrazioni. Per evitare un impatto diretto con le vie respiratorie, è necessario che venga fatto defluire all’interno di un palloncino in lattice, le cui dimensioni abituali sono di circa 22 cm. Ma per alcuni non è abbastanza. Nei Paesi Bassi, infatti, sul mercato si trovano palloncini extra-large che raggiungono una larghezza di 30 cm, al fine di aumentarne la capienza.

Palloncini e cartucce di protossido d’azoto abbandonati nelle piazze dello spaccio

Nell’atto pratico, il palloncino viene posizionato sull’estremità dell’ugello del distributore. Qui si trova una leva, che quando viene schiacciata permette alla capsula di aprirsi, rilasciando il protossido di azoto nel palloncino. Di solito, il gas è inalato dal palloncino ed espirato direttamente nell’aria. Tuttavia, le strategie per ottenere un effetto extra sono tante. C’è chi, ad esempio, re-inspira la sostanza chimica all’interno dello stesso palloncino. E c’è anche chi – spesso gli utenti abituali – utilizzano quantità maggiori di gas in una singola sessione: fino a 3 cartucce.

Gli effetti dell’uso improprio del gas esilarante

La droga del povero agisce sul sistema nervoso centrale, privando il cervello di ossigeno. Se assunta in piccole dosi può causare alcuni effetti collaterali come vertigini, nausea e mal di testa. I rischi aumentano quando il gas viene assunto in dosi troppo elevate: perdita di coscienza, depressione respiratoria e asfissia, cali di pressione e persino aritmie. Ma non solo. Se viene inalato direttamente dalle cartucce, si può andare incontro a ustioni da gelo. Quando viene rilasciato dai contenitori il protossido di azoto si congela arrivando a temperature tra i 40 e i 55 gradi sotto lo zero. Perciò, in pochi secondi può bruciare il naso, la bocca, la gola, le corde vocali e i polmoni, creando lesioni permanenti alle vie respiratorie.

Se ne si fa un uso prolungato, i danni diventano irreversibili. L’uso cronico di questa droga può causare una carenza funzionale di vitamina B12, con conseguenze neurologiche, che riguardano i nervi sensoriali e persino quelli motori. Infatti, chi ne fa uso può avvertire indebolimento muscolare e difficoltà a mantenere l’equilibrio, fino a perdere la capacità di camminare.

Un’emergenza europea che arriva in Italia

È la droga del momento. Già spopolata e largamente utilizzata in Francia, Portogallo e Svezia – dove è stata impedita la sua vendita – è arrivata anche in Italia. Non si conoscono ancora i numeri precisi. Eppure, nelle piazze dello spaccio cremonesi sono stati ritrovati palloncini e ricariche vuote. Un chiaro segnale che la sua diffusione su tutto il territorio nazionale è vicina. Tanto che i medici parlano apertamente di una nuova emergenza sanitaria giovanile

Cartuccia di protossido di azoto ritrovata a Cremona

Una situazione critica già segnalata dell’Osservatorio europeo, che monitora il fenomeno dal 2013, quando in Inghilterra ne faceva uso il 7.6 % della popolazione di età compresa tra i 16 e i 24 anni. Una percentuale aumentata di poco più di un punto nel 2019, per un totale di quasi un milione e mezzo di giovani utilizzatori. Divenendo così la seconda droga più diffusa dopo la cannabis. Dagli studi fatti nel 2020 è emerso che sono sei i Paesi dell’Unione Europea in cui la “droga del povero” si è diffusa ampiamente: Danimarca, Irlanda, Francia, Lituania, Paesi Bassi e Portogallo. Ed è soprattutto in Danimarca che, grazie a misure legislative severe, il fenomeno è diminuito. Al contrario della Francia, dove si è registrata una forte impennataall’inizio del 2025. Tanto che l’Assemblea nazionale ha votato una legge che vieta la vendita di questo gas al grande pubblico a partire dal 2026.

Il problema però persiste. Il protossido di azoto non è considerato dalla legge una droga, perché ha impieghi legittimi: in ambito medico, industriale e alimentare. Così le bombolette vuote continueranno a proliferare.

No Comments Yet

Leave a Reply