160 anni fa nasceva D’Annunzio, il Vate del Vittoriale

Sabato 11 marzo si sono celebrati al Vittoriale degli italiani i 160 anni dalla nascita di Gabriele D’Annunzio. Per l’occasione, l’ultima residenza del Vate ha ospitato, fra gli altri, il suo presidente Giordano Bruno Guerri, il duca Aimone di Savoia-Aosta, la senatrice di Fratelli d’Italia Paola Mancini ed esponenti di spicco della Marina Militare.

Il direttore, da buon padrone di casa, ha accompagnato gli invitati nei luoghi più significativi della tenuta. E ha permesso così di ripercorrere i passi del poeta di Pescara.

Il vate segreto

Dopo il picchetto militare che ha inaugurato il restauro dei muri all’ingresso del Vittoriale, le celebrazioni si sono spostate di fronte al museo D’Annunzio Segreto”. Qui si è ribadito l’importanza della storia e di «smentire le dicerie sulle appartenenze politiche – fasciste – del poeta».

Il viaggio di Ardito

Grande letterato e grande amante della natura. Oltre ai cimeli di D’Annunzio, il Vittoriale ospita anche una colombaia. In occasione delle celebrazioni dei natali del poeta, sono stati liberati 160 colombi. Ardito – il volatile che prende il nome dall’arma di fanteria del Regio Esercito – ha percorso più di 1.000 km per raggiungere la capitale e fare ritorno a Gardone Riviera. Al colombo era stato affidato un messaggio che recitava: «Buon compleanno Gabriele D’Annunzio».

Una bandiera tricolore celava l’opera di Paola Lo Sciuto, artista di Erice, in provincia di Trapani. La statua raffigurante le colombe della pace unisce il Nord al Sud del Paese, rendendo ancor di più il Vittoriale la casa degli italiani.

La Modella Ashanti

Il tour guidato da Guerri si è concluso al Giardino delle Vittorie. Ancora una volta, una bandiera italiana ha attirato la curiosità degli ospiti. Sotto il tricolore, la Modella Ashanti – nome di un gruppo etnico originario del Ghana – in bronzo realizzata dallo scultore Sergio Cappellini.

La statua raffigura una donna con lo sguardo rivolto verso il Lago di Garda, simbolo della libertà dell’artista che, secondo Guerri, «ha il diritto di fare quello che vuole».

Andrea Carrabino

Braidese per nascita, milanese per scelta. Laureato prima in Scienze Politiche e poi in Scienze del Governo. Amo la politica, ma non la vivrei. Juventino sfegatato e amante delle serie tv e del cinema. Toglietemi tutto, ma non The Office

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