La storia della “nave inaffondabile”, Jack e Rose, la colonna sonora di Céline Dion. Una vicenda che tutti conoscono, quella del Titanic, portata sul grande schermo da James Cameron nel 1997. Tuttavia, c’è un finale alternativo che riguarda proprio l’intera troupe filmica, che l’ultimo giorno di riprese, nel 1996, si è gustata una zuppa “corretta” con della droga. Tutt’ora si cercano i responsabili, e l’imminente pubblicazione integrale dei verbali di polizia potrebbe chiudere il cerchio su uno degli aneddoti più incredibili del cinema contemporaneo.
«That’s a wrap!», un fine riprese inaspettato
La sera dell’8 agosto 1996, James Cameron e la troupe di Titanic si trovano a Halifax, in Canada, per l’ultima giornata di riprese. Di lì a poco la partenza per il Messico, dove era stato allestito un set all’aperto che ospitava una grande replica del transatlantico. Terminate le riprese, intorno a mezzanotte, l’equipe può finalmente cenare. Il catering serve una zuppa di vongole, che sembra essere molto gradita. Alcuni minuti dopo, Cameron inizia a sentirsi male e si allontana dal set.
«Quando sono tornato non c’era più nessuno. Avevano lasciato lì le telecamere, i monitor, tutto. Sembrava di essere in Ai confini della realtà» ha raccontato il regista a Vanity Fair. Anche Bill Paxton, uno degli attori protagonisti, racconta che alcuni ridevano, altri piangevano o vomitavano. Poi il ritorno in Canada e il trasferimento al Dartmouth General Hospital intorno all’una di notte.
Proprio qui prosegue il delirio: da gente che canta e balla a James Cameron che viene pugnalato con una penna. «Non erano assolutamente coscienti, non si rendevano conto di quello che stava succedendo», questa la testimonianza del dottor Rob Roy, che ha curato e assistito tutta l’equipe. Scampati al pericolo Leonardo DiCaprio e Kate Winslet, che non avevano appuntamento sul set.
La ricetta (non tanto segreta) della zuppa
Il 28 agosto l’ospedale effettua l’esame tossicologico e la polizia di Halifax pubblica un comunicato. Il dubbio iniziale dell’intossicazione alimentare svanisce, il referto parla chiaro: qualcuno aveva messo nella zuppa della fenciclidina (o PCP) in polvere. Utilizzata solitamente a scopo anestetico, è una sostanza ad alta solubilità nell’acqua e nell’alcol. Come riportato nel dizionario di medicina di Treccani, se assunta in grande quantità può provocare comportamenti violenti, tra cui l’omicidio e il suicidio.
La caccia al responsabile del gesto dura tre anni, durante i quali la polizia di Halifax ottiene la lista completa delle persone che lavoravano sul set. Il caso viene poi archiviato nel 1999 per mancanza di prove. La recente svolta risale a tre giorni fa, quando il Times ha riferito che il commissario per l’informazione della Nuova Scozia ha richiesto alla polizia di Halifax di pubblicare la versione integrale del verbale dell’accaduto, redatto la notte stessa. Il tutto, salvo imprevisti, sarà disponibile per la metà di maggio. Una riapertura di un caso eclatante di cui ancora si attende l’esito.