«THAT WORLD IS GONE»: LA LETTERA DEL CEO DI BLACKROCK E IL FUTURO DELL’ECONOMIA

Il mondo del lavoro come lo conoscevamo è scomparso con la pandemia. Lo ha dichiarato Laurence Fink, Presidente e Ceo di BlackRock (società di investimento americana), nella lettera che invia ogni anno agli Amministratori delegati delle imprese nelle quali la sua compagnia ha investito. Negli anni precedenti, egli aveva sempre spiazzato tutti con i contenuti di questo documento e anche questa volta non è stato da meno.

I punti chiave

«Scrivo queste lettere come fiduciario dei nostri clienti, che si affidano a noi per gestire i loro patrimoni, per evidenziare quelli che ritengo siano i temi vitali per ottenere rendimenti durevoli a lungo termine e per aiutarli a raggiungere i loro obiettivi», queste le motivazioni alla base della lettera di Fink.

 Nella prima parte ha sottolineato che ciò che contraddistingue una grande compagnia è un obiettivo chiaro da raggiungere, con dei valori coerenti e il riconoscimento dell’importanza di impegnarsi con i principali portatori di interesse e di dare loro dei risultati: quello che egli definisce, appunto, «capitalismo degli stakeholder». In questo modo, le società raggiungono livelli di redditività durevoli e si crea un valore sostenuto e a lungo termine, gli stessi elementi che muovono i mercati e che determinano il successo di un’azienda.

In secondo luogo, Fink ha scritto che il mondo del lavoro come lo conoscevamo è scomparso con la pandemia, la quale ha influenzato profondamente il rapporto tra datore di lavoro e dipendente. Un orario di lavoro fisso spalmato su cinque giorni a settimana, la poca considerazione della salute mentale dei lavoratori, i minimi aumenti salariali per i redditi medi e bassi sono cose che non troveranno spazio nel futuro. Ci dovranno essere, invece, più tempo per la famiglia, maggiori tutele per i lavoratori fragili e un aumento del welfare aziendale.

Laurence Fink, 69 anni. Insieme a sette collaboratori ha fondato BlackRock

Il terzo punto riguarda la necessità per le imprese di essere attive e dinamiche in un’economia con sempre più capitali e sempre più concorrenti. Questo si connette con la transizione ecologica verso emissioni zero e con la necessità di guidare il cambiamento, e non di inseguirlo: «I prossimi mille unicorni non saranno motori di ricerca o società di social media, saranno innovatori sostenibili: startup che aiutano a decarbonizzare il mondo». Inoltre, Fink ha evidenziato come, per raggiungere gli ambiziosi obiettivi in tema ambiente, sia necessaria una partnership tra pubblico e privato, tra governi e imprese perché «il capitalismo ha il potere di modellare la società e di agire come un potente catalizzatore del cambiamento, ma non può fare tutto da solo».

Infine, in connessione diretta con la prima parte, il Ceo di BlackRock ha detto che sta lavorando per dare a un crescente numero di suoi clienti la possibilità di avere voce in capitolo su come vengono espressi i voti per delega nelle società in cui essi hanno investito i loro risparmi. Questo, in particolare per le decisioni riguardanti l’ESG (environment, social, governance) ossia tutto ciò che riguarda l’amministrazione dell’impresa e il suo impatto ambientale e sociale.

Il fondo

BlackRock è la più grande società di investimento del mondo. Fu fondata come startup nel 1988 a New York e, di recente, ha superato i 10mila miliardi di dollari di beni in gestione, una cifra pari a due volte il Pil del Giappone. Impiega 16.000 dipendenti e ha filiali in 38 nazioni. Lavora con piccoli investitori, consulenti finanziari, organizzazioni educative e no profit, compagnie assicurative e governi. È stata molto criticata per il suo ruolo nelle grandi crisi globali, come in quella dell’Argentina, e perché è stata una delle ultime società finanziarie ad abbracciare l’industria ESG.

 

Articolo a cura di Leonardo Rossetti.

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