Tangenti in Brianza, indagato il governatore della Lombardia Fontana

Il governatore della Lombardia, il leghista Attilio Fontana, sarebbe indagato per abuso d’ufficio nell’ambito dell’inchiesta della Dda di Milano che martedì 7 marzo ha portato a 43 misure cautelari di cui 28 arresti.

Al governatore lombardo, che potrebbe essere interrogato già oggi dagli inquirenti, si contesta l’assegnazione di un incarico in Regione al “socio avvocato” Luca Marsico. «Fontana è stato il mio maestro sin da quando ho iniziato a lavorare nel suo studio, nel 1992» ha dichiarato lo stesso Marsico, «Credo di essere un buon avvocato: per questo ho ottenuto l’incarico, non per l’amicizia con il governatore».

Fontana non ha invece voluto commentare la notizia: «Parlerò con chi di dovere. Ora non dico nulla, non ho informazioni in merito» le sue parole. A sostegno del governatore è intervenuto il ministro dell’Interno Matteo Salvini, entrambi fanno parte dello stesso partito: «Vergognosi attacchi all’uomo, all’avvocato, a un sindaco e a un governatore la cui onestà e trasparenza non sono mai state messe in discussione in tanti anni, né mai potranno esserlo oggi o in futuro. Confido nel buon lavoro della magistratura e delle forze dell’ordine milanesi».

Solo ieri il vicepremier aveva lodato il lavoro delle Forze dell’Ordine parlando di “brillante operazione”. Su Fontana, fino a ieri parte offesa di un tentativo di “istigazione alla corruzione”, aveva aggiunto: «Se qualcuno ha tentato di corrompere un governatore leghista che non si è fatto corrompere sono doppiamente orgoglioso. Se c’è prova di colpevolezza tanti saluti a prescindere dal colore politico, però la colpa va dimostrata».

Il governatore leghista, ad oggi, è salvo dalle accuse di corruzione. Tuttavia la sua decisione di far assumere il suo socio di studio Marsico come consulente esterno di un “Nucleo di valutazione degli appalti pubblici” in Regione è determinante per un nuovo capo di accusa: quello di abuso di ufficio.

Niccolò Bellugi

Senese, laureato in Scienze Politiche. Da toscano capita che aspiri qualche consonante, ma sulla "c" ci tengo particolarmente: Niccolò, non Nicolò. La mia è una sfida: mascherare il mio dialetto originario per poter lavorare in televisione o radio. Magari parlando di Sport. Ma tutto sommato va bene anche un giornale, lì non ho cadenze di cui preoccuparmi.

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