Superlega, Perez smentisce l’abbandono dei club

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«Dal contratto non si può uscire, non prenderemo provvedimenti legali. Nessuno ha ancora pagato la penale per aver lasciato la Superlega.»

Con questa frase criptica il presidente del Real Madrid ha dichiarato al El Larguero” che la Superlega non è finita. In effetti, stando alle sue dichiarazioni, ci sono penali pesantissimecontratti vincolanti firmati dai 12 club fondatoriLe cifre precise sono ancora sconosciute, ma le voci più frequenti parlando di addirittura 1 miliardo di euro. Una cifra chiaramente inaffrontabile per qualunque club del mondo.

Intanto, tutte le squadre hanno comunicato il loro abbandono della competizione tranne Juventus Real Madrid. Un comunicato di abbandono che però, sommato alle dichiarazioni dello storico presidente blancos, genera un giallo. L’abbandono è reale? Difficile dirlo ora.

IL FUTURO DELLA SUPERLEGA

«Forse non abbiamo spiegato bene il progetto della Super League, ma forse stasera (ndr il 21 aprile 2021) lo spiegherò meglio. Sono davvero triste e deluso. Io presidente? Mi basta esserlo del Real Madrid. Ieri sera stavamo lavorando, abbiamo terminato la riunione all’una di notte. Lavoriamo a questo progetto da molti anni. Forse non siamo riusciti a spiegarlo bene.» ha dichiarato poi Perez.

La situazione dei rapporti tra i 12 club è quindi delicatissima. Se il 19 aprile l’unione di intenti sembrava inattaccabile, appena tre giorni dopo rischia di sgretolarsi. Florentino ha parlato anche di Joan Laporta, presidente del Barcellona, chiamandolo ad esprimersi sulla vicenda. Laporta ha dichiarato che la decisione di restare nella Superlega sarebbe stata delegata unicamente ai soci del club.

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Joan Laporta, presidente del Barcellona

Infine, la bomba di Perez, che tira dentro anche Milan e Juventus: «Juventus e Milan non hanno lasciato la Super League . Real Madrid, Barcellona, Juventus e Milan sono ancora in trattativa per trovare soluzioni. La SuperLeague non è morta

La fine della vicenda è quindi lontanissima e gli sviluppi saranno ancora molto complessi e, come già detto, la risonanza dell’esplosione della vicenda è destinata a sentirsi per molto tempo ancora.

Umberto Maria Porreca

Sono volato dalla più profonda costa Abruzzese a Milano col sogno del giornalismo sportivo nel cassetto e poche certezze nelle tasche e nella testa. Mio padre mi voleva ingegnere, ma la matematica non sarà mai il mio mestiere. Amante della musica italiana e del buon cibo da ovunque esso provenga, ho scritto per due anni per il settimanale di calcio giovanile lombardo/piemontese Sprint&Sport e ho collaborato con The Shot, testata di basket. Lo sport (parlato, non praticato) è il mio pane e la mia vita è stata profondamente influenzata da Andriy Shevchenko. Inseguo il mio sogno sulle note di Fabrizio De Andrè.

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