Il 16 febbraio 2023 il Consiglio dei Ministri ha approvato un decreto-legge che introduce misure urgenti volte a bloccare la cessione dei crediti e lo sconto in fattura dei bonus fiscali. In particolare, oggetto del testo è il “superbonus”, la misura con cui negli ultimi anni lo Stato ha finanziato i lavori di ristrutturazione per migliorare l’efficienza energetica di migliaia di edifici. L’oggetto del decreto non è il bonus in sé, bensì la cessione del relativo credito che, secondo il governo, avrebbe un impatto negativo sull’incremento del debito pubblico.
Secondo le stime dell’esecutivo la misura è già costata 72 miliardi di euro. Il ministro dell’Economia Giancarlo Giorgetti ha affermato che «i bonus hanno prodotto anche benefici per alcuni cittadini, ma hanno posto in carico a ciascun italiano duemila euro a testa».
Come si può beneficiare del “superbonus”
In sintesi, il superbonus può essere riscosso in tre modi:
- Detrazione fiscale: in questa maniera vengono coinvolti solo i proprietari degli immobili. I costi dei lavori sono a carico del committente che comunica i pagamenti nella dichiarazione dei redditi. Lo Stato quindi restituisce il 110 per cento dell’importo pagato sotto forma di detrazione fiscale nei successivi cinque anni.
- Sconto in fattura: viene applicato dai fornitori e dalle imprese. La società che esegue i lavori acquisisce il credito fiscale dei proprietari per recuperarlo successivamente dallo Stato sotto forma di detrazione fiscale.
- Cessione del credito d’imposta: tramite questa opzione la detrazione fiscale si può trasferire ad altre imprese, banche, enti o professionisti. In cambio della cessione del credito, chi ristruttura casa ha la possibilità di avere subito i soldi che servono per iniziare i lavori oppure per accedere a un mutuo o a un finanziamento.
Il governo ha mantenuto soltanto il primo metodo e ha bloccato sia lo sconto in fattura che la cessione del credito. E non soltanto per il superbonus, ma anche per gli altri bonus fiscali. In sostanza, i bonus rimangono ma soltanto coloro che riescono a pagare direttamente i lavori possono usufruirne.
Bonus edilizi: ecco i provvedimenti del Governo.#gliappuntidiGiorgia pic.twitter.com/b14oFe6cPT
— Giorgia Meloni (@GiorgiaMeloni) February 19, 2023
Cos’è la “cartolarizzazione”
La cartolarizzazione consiste nella cessione dei crediti – e quindi dei debiti – a una società specializzata che, per pagare il prezzo di acquisto li trasforma in titoli obbligazionari (dunque in carta). I crediti vengono, quindi, “impacchettati” in un prodotto finanziario che può essere scambiato liberamente sul mercato. In sostanza con la cartolarizzazione la banca trasferisce il rischio di credito agli obbligazionisti e l’istituto di credito libera risorse di capitale.
Cosa cambia con la cartolarizzazione dei crediti
Nel caso del Superbonus, il governo sta valutando l’ipotesi di cartolarizzare i crediti d’imposta rimasti bloccati a carico delle aziende edili. Infatti, le banche hanno fermato gli acquisti in seguito all’esaurimento dello “spazio fiscale”. Hanno cioè ricevuto moltissime richieste per un credito totale che supera le tasse dovute allo Stato. Pertanto, non avrebbero più potuto incassare gli ulteriori crediti comprati. Secondo l’ANCE, l’associazione dei costruttori, i crediti bloccati sarebbero pari a 15 miliardi di euro.
Si tratterebbe quindi di cedere i crediti maturati con le ristrutturazioni di case, appartamenti, villette e condomini a una società che emette obbligazioni da collocare sul mercato. Alcuni investitori istituzionali acquisterebbero poi i titoli obbligazionari. Tra le ipotesi avanzate, potrebbero essere coinvolti Sace e Cassa Depositi e Prestiti, entrambe controllate dal ministero dell’Economia.
La cartolarizzazione avrebbe il vantaggio di far ottenere a chi inizia i lavori in casa propria liquidità immediata, senza dover aspettare di spalmare la spesa nei cinque anni successivi tramite sconti nella dichiarazione dei redditi.
Sul tema è intervenuto il capogruppo di Fratelli d’Italia alla Camera, Tommaso Foti, che ha definito la cartolarizzazione una «strada percorribile» a fronte di «una misura drastica» adottata in una situazione che «è andata degenerando».
«Potrebbero essere dei fondi, che non gravano sul bilancio dello Stato, che possono dare una minima rendita a coloro i quali li acquistano, e che vanno nella stessa direzione dei Btp» conclude Foti.