La coalizione internazionale anti-Isis guidata dagli Stati Uniti avrebbe dato inizio al ritiro delle truppe dalla Siria, senza fornire maggiori informazioni. Ad annunciarlo è il portavoce Sean Ryan all’Agence France Presse. Secondo i media locali il colonnello ha confermato l’operazione di rientro dei militari americani sul territorio orientale e settentrionale, un numero che fino ad ora si aggira intorno a duemila.
«Per motivi di sicurezza non riferiremo scadenze, luoghi o movimenti di truppe» ha dichiarato Ryan.
Dall’altra parte l’Ondus, Osservatorio nazionale per i diritti umani in Siria, ha affermato che nelle ultime ore un convoglio di mezzi militari statunitensi ha lasciato la Siria in direzione dell’Iraq passando per il valico di Fishkhabur, sul Tigri, dalla città siriana di Rmeilan verso il Kurdistan iracheno.
La notizia arriva giusto poche ore dopo l’intervento del ministro degli Esteri turco, Melvut Cavusoglu che ha detto che se gli americani rallenteranno il loro ritiro della Siria orientale «l’esercito turco sarà comunque in grado di lanciare un’offensiva». E ha poi aggiunto: «se il ritiro americano verrà ritardato con scuse inverosimili come dire che l’esercito turco si prepara a massacrare i curdi, allora noi comunque andremo avanti. La Turchia combatterà lo YPG sia che gli americani si ritirino sia che rimangano in Siria». Fa così riferimento alla milizia degli autonomisti curdo-siriani che per Ankara sono colpevoli degli stessi crimini per cui in Turchia è stato messo al bando il PKK.
La dichiarazione del ministro si riferisce alle recenti parole del Segretario di Stato degli Stati Uniti Mike Pompeo, attualmente in missione in Medio Oriente, che ha annunciato di voler assicurarsi che i turchi «non massacrino i curdi» prima di far abbandonare il territorio siriano alle truppe americane.