Alessandro Sandrini, il 34enne bresciano rapito nell’ottobre del 2016 al confine tra Siria e Turchia, è stato liberato dalla polizia del “governo di Salvezza”, il gruppo antigovernativo della zona di Idlib. I responsabili del rapimento sembrerebbero essere una banda criminale specializzata in rapimenti e furti.
La notizia è stata diffusa dalla stessa organizzazione sui social e poi in una conferenza stampa tenutasi a Bab al-Hawa, nel nord della Siria, e ripresa dall’agenzia di stampa francese Afp. Il “governo della Salvezza” ha dichiarato di aver negoziato la liberazione dell’ostaggio attraverso dei mediatori e quindi avrebbe contattato il governo italiano per la consegna.
«Sono stato catturato in Turchia. Ero per strada, era verso sera. In un momento ho perso la strada dell’hotel: non sapevo più da che parte fosse. Ho girato per le strade di Adana. A un momento, mi sono sentito mettere qualcosa sul volto. Sono stato diciamo drogato, mi sono addormentato e mi sono risvegliato in una stanza con due persone incappucciate e armate» queste le parole dello stesso Sandrini durante la conferenza stampa.
Solo nel luglio 2017 si apprese della sua scomparsa e non si seppe più niente fino al luglio 2018, quando apparve in rete un filmato che lo ritraeva in tuta arancione, inginocchiata davanti a due uomini armati e mascherati. «Vi prego aiutatemi. Sono stanco. Mi uccideranno se la cosa non si risolve in tempi rapidi. Non vedo futuro. Non so più cosa pensare» supplicava il 34enne.