A Trieste due milioni di euro in contanti e 4,3 tonnellate di cocaina pagate 96 milioni di euro sono state sequestrati nel traffico internazionale di stupefacenti, coordinato dal “Clan del Golfo” tra Europa e Colombia. Il mercato italiano ne ha duplicato il valore finale, arrivando a 240 milioni di euro.
L’indagine e l’operazione
La maxioperazione è stata svolta dal Nucleo di polizia economico finanziaria di Trieste, coordinato dalla Direzione Distrettuale Antimafia (DDA). Si tratta di uno dei più grandi sequestri di droga mai avvenuti in Europa.
L’indagine è durata un anno. La svolta è stata l’estradizione negli Stati Uniti di Dario Antonio Úsuga David, noto come “Otoniel”, capo dell’organizzazione criminale del “Clan del Golfo”. Le prove sono state raccolte tra maggio 2021 e maggio 2022, attraverso 19 “consegne controllate” consecutive. I Baschi Verdi, reparti antiterrorismo della Guardia di Finanza (Gdf), hanno lavorato sotto copertura: si sono infiltrati nell’organizzazione criminale, simulando di gestire i traffici illeciti di droga. È stata disposta un’ordinanza di custodia cautelare per 38 persone, accusate di traffico internazionale di stupefacenti tra Italia e Colombia, ma anche Slovenia, Croazia, Bulgaria e Olanda.
Grazie anche alla magistratura e alla polizia colombiana, è stata riscostruita una complessa struttura criminale, formata da una fitta rete di rapporti tra i produttori di cocaina sudamericani e gli acquirenti europei e italiani. Quest’ultimi fanno capo a gruppi di criminalità organizzata operanti in Veneto, Lombardia, Lazio e Calabria.
Il Clan del Golfo
Il Clan del Golfo è un cartello della droga colombiano, ex gruppo paramilitare di destra, coinvolto nel conflitto armato colombiano. Con circa 3mila membri, coinvolge bande di strada per agire come informatori, assassini a pagamento o distributori di droga. La base operativa il Clan del Golfo è collocabile nei dipartimenti di Antioquia, Chocó e Córdoba.
Il capo del clan Dario Antonio Úsuga David è stato arrestato il 23 ottobre scorso durante l’operazione Osiris, che ha visto impegnati 500 poliziotti e 22 elicotteri. “Otoniel” era protetto da otto anelli di sicurezza situati nel raggio di tre chilometri dal suo nascondiglio, una baracca.