Una forte scossa di terremoto di magnitudo 6.2 ha colpito la costa nord-occidentale dell’Indonesia, nella provincia di Aceh, sull’estremità settentrionale dell’isola di Sumatra. A dirlo è l’Usgs, l’Osservatorio geologico statunitense: secondo quanto riporta, l’epicentro del terremoto è stato localizzato nell’Oceano Indiano, a 13 chilometri di profondità.
Significant #earthquake #Indonesia: magnitude 6.2, 16km SSW of Sinabang, Indonesia, depth: 20 km https://t.co/es7YzOP7AX pic.twitter.com/OCZRDzH9nZ
— Earthquakes Today (@eqtoday) January 7, 2020
La scossa ha mandato nel panico molte persone che, per paura del crollo degli edifici, si sono affollate sulle spiagge. Le autorità però hanno subito annunciato l’allarme tsunami, successivamente rientrato. Al momento non ci sono notizie né di danni né di vittime o feriti.
Si tratta dell’ultima di una serie di scosse iniziate il 2 gennaio, tutte con una magnitudo tra il 4.2 e il 5.5. Un’altra forte scossa di 6.8 si era registrata già il 7 aprile, anch’essa con epicentro nell’oceano Indiano e con allarme maremoto poi rientrato.
L’Indonesia non è nuova al pericolo terremoti. La causa è la sua posizione, in corrispondenza della “cintura di fuoco” del Pacifico. Si tratta di un arco lungo 400mila chilometri che parte dalle coste occidentali dell’America Latina, prosegue per gli Stati Uniti fino ad arrivare allo Stato del sud-est asiatico.
Il 26 dicembre 2019 è stato l’anniversario del terremoto che ha segnato l’Indonesia, uno dei più violenti dell’ultimo mezzo secolo. Con una forza di 9.3 e con epicentro nell’oceano Indiano, causò un maremoto tale da provocare onde alte 14 metri e una serie di tsunami in tutta l’aria asiatica. Almeno 230 le vittime: i danni furono devastanti, i più ingenti si registrarono proprio in Indonesia.