Lungo 1,3 km, alto 1 metro e 68 e largo 61 cm. Queste le misure del “Baja Metro Tunnel”, secondo le autorità il tunnel più lungo mai costruito dai trafficanti messicani per trasportare la droga oltre il confine sud-occidentale degli Stati Uniti. Correndo a 21 metri di profondità, il percorso sotterraneo collegava con tutta probabilità un punto a nord-est dell’aeroporto internazionale di Tijuana, in Messico, all’area del distretto industriale Otay Mesa di San Diego, lo sbocco statunitense più comune dei tunnel della droga.
La Polizia non ha rivelato alla stampa l’esatto punto d’arrivo della galleria, tuttavia ha mostrato, nei pressi di magazzini siti ad Otay Mesa, una presumibile precedente uscita chiusa dai trafficanti con centinaia di sacchi di sabbia. Un secondo passaggio mai completato e lungo oltre 1 km, ha inoltre indotto gli investigatori che i corrieri avessero abbandonato il primo punto d’arrivo per costruirne un altro.
Le dichiarazioni delle autorità di mercoledì 29 gennaio inerenti la scoperta e la mappatura del tunnel riferiscono di investigazioni durate anni e che lo scorso agosto avevano portato la Polizia messicana ad identificare l’entrata del lungo cunicolo.
La complessa struttura del “Baja Metro Tunnel”
Così chiamata dagli agenti della Polizia di Frontiera, l’ultima galleria dei narcos è stata indicata dagli stessi poliziotti come «la più sofisticata» che abbiano mai visto: un’estesa rete di binari sui quali correvano i carrelli contenenti la droga da trasportare, un impianto di ventilazione ad aria forzata, presenza di cavi elettrici ad alta tensione e un sistema di drenaggio per l’acqua. Un’opera pensata in ogni particolare e corredata perfino di un ascensore all’entrata.
«Non pensavamo avessero il fegato di arrivare a tanto. Continuano a soprendermi» ha dichiarato Lance LeNoir, il coordinatore delle indagini per la Polizia di Frontiera di San Diego. Precedentemente il record del tunnel più lungo era detenuto da un altro cunicolo di 904 metri trovato nel 2014, il cui termine era ancora una volta l’area periferica Otay Mesa di San Diego.
I tunnel della droga fra Messico e USA: una costante dal 1990
Da trent’anni ormai i tunnel della droga rappresentano una delle modalità con cui i corrieri messicani varcano i propri confini e portano la merce negli Stati Uniti. Il primo di questi cunicoli risale infatti al 1990, per volere del noto trafficante “El Chapo” Guzmán, capo del famigerato cartello della droga Sinaloa.
Da allora gli uomini del cartello di Sinaloa si sono distinti come i più efficienti costruttori fra i vari gruppi criminali, di quelle che arrivano a essere vere e proprie opere ingegneristiche. Ascensori, luci, sistemi di ventilazione, proprio come quelli presenti nel lungo “Baja Metro”, continuano a dimostrare anche le immense risorse economiche di cui le organizzazioni come Sinaloa dispongono. Tuttavia, non c’è certezza, fa sapere la Polizia di Frontiera di San Diego, su chi sia l’organizzazione responsabile della costruzione dell’ultimo tunnel scoperto, sebbene il cartello di Guzmán sia il più attivo in quella zona.
Resta il fatto che nel corso degli anni la presenza di passaggi sotterranei illegali fra Messico e Stati Uniti si sono moltiplicati. Oltre 180, stando a dati del 2016, molti dei quali diretti proprio ai magazzini di Otay Mesa. Sono infatti 72 le gallerie scoperte nell’area di San Diego dal 1993 ad oggi.
Il muro al confine con il Messico falsa soluzione al traffico di droga
La soluzione di estendere il muro al confine fra Messico e Stati Uniti, per impedire, oltre l’immigrazione illegale, anche il traffico di droga, cavallo di battaglia del Presidente Donald Trump, risulta essere una non soluzione.
Infatti, analizzando le statistiche riguardanti l’ingresso delle droghe più comuni negli USA provenienti dal Messico, si evince che il 90% dell’eroina, l’88% della cocaina e l’87% della metamfetamina vengono introdotte attraverso i comuni porti d’entrata.
E quando non gli è possibile utilizzare gli ingressi legali, i corrieri spesso passano sotto la frontiera con il Messico. È il caso dell’ultimo tunnel scoperto, ma anche dei diversi cunicoli scovati negli ultimi anni.
E non sempre questi passaggi, bui e senz’aria, sono utilizzati solamente per il passaggio della droga. Talvolta infatti a tentare l’ingresso negli Stati Uniti sono state anche delle persone: migranti alla disperata ricerca di arrivare dall’altra parte del confine.