Sanremo, 29 Gennaio 1951. Il Casinò Municipale della Città dei Fiori, nello specifico il Salone delle Feste, fu il luogo dove si tenne la prima edizione del Festival di Sanremo, definito da molti “la grande evasione” dopo gli strazi della guerra.
Tra tavolini, drink, il tintinnare di posate sui piatti e qualche sigaretta accesa tra una portata e l’altra, gli spettatori assistettero al festival-cafè chantant. Ma la kermesse non ottenne subito la popolarità che raggiunse successivamente. 500 lire il prezzo per assistere alle esibizioni dei tre artisti scelti per interpretare i 20 brani inediti. La prima vincitrice fu Nilla Pizzi con Grazie dei Fiori.
Due anni dopo i tavolini sparirono e si decise di far accomodare gli ospiti su poltrone solo se muniti di invito. Ma anche all’epoca il bagarinaggio era una pratica diffusa e sottobanco alcuni biglietti furono venduti anche all’esorbitante cifra di 10.000 lire.
La diretta nazionale fu lo step successivo: nel ’55 il Festival divenne un fenomeno mediatico ma la prima diretta si collegò solamente in seconda serata. Nel 1958, finalmente, il live in Eurovisione: da quel momento in poi, gli italiani residenti in tutto il mondo potevano sentirsi un po’ più vicini al loro Paese. Questo influì a rendere il fenomeno il simbolo, per eccellenza, della cultura popolare italiana.
Dapprima circoscritto a pochi interpreti, il Festival ha successivamente istituito premi per varie categorie e accanto alla sezione “Big” si sono affiancati i premi per: le Nuove Proposte, il Miglior Testo e i premi assegnati dalla Critica e dall’Orchestra.
CHI HA FATTO LA STORIA
Di fenomeni straordinari sul palco dell’Ariston ne son passati tanti. Come si fa a non citare il nazionale Mimmo Modugno, con la sua immortale Nel blu dipinto di blu? Correva l’anno 1958 e Modugno interpretò il brano, scritto insieme a Franco Migliacci, con l’eleganza e l’armonia di cui solo lui era capace: papillon, baffetto e le braccia aperte come un redentore nel momento del ritornello.
Focus ha descritto quel pezzo come la canzone simbolo del boom economico a cui sarà poi soggetta l’Italia, «Quando il nostro Paese girò pagina, perdendosi Nel Blu Dipinto di Blu del nuovo benessere».
Quell’anno Modugno, che dovette prendere a pugni il partner Johnny Dorelli per costringerlo a salire sul palco perché preso dall’ansia, diede il via alle danze. Si affermarono anche l’anno successivo con il brano Piove (Ciao Ciao Bambina) . Mimmo si aggiudicò il secondo posto nel 1960 con il brano Libero per poi ottenere, nuovamente, il primo premio nel 1962 con Addio… Addio, scritta insieme a Franco Migliacci.
Nel 1966 invece, la quarta vittoria con Dio come ti Amo.
Modugno rappresentò un punto di rottura musicale: l’inizio della nuova epoca italiana influenzata dai generi americani quali swing e, ovviamente, rock.
Il ’60 fu l’anno del debutto dell’Urlatrice Mina mentre nel 1961 vinse Luciano Tajoli con Al di là, scritta da un 25enne talentuoso di nome Mogol.
Bobby Solo, l’Elvis Presely italiano, cantò Una Lacrima sul Viso, scritta, anche questa da Mogol, in playback a causa di un problema alla voce. Non vinse ma quell’anno fu la canzone più venduta.
Bobby si prese la sua rivincita l’anno successivo, quando vinse con Se Piangi Se Ridi – scritta sempre da Mogol.
L’edizione del 1967 fu segnata,invece, da un tragico evento: Luigi Tenco si tolse la vita dopo essere stato eliminato dalla gara. Le cause rimangono ancora velate di mistero. La sola certezza è che l’ artista soffrisse di depressione.
L’Ariston, metonimia per la rassegna musicale, è tutto questo: abiti sontuosi, palchi scintillanti e ospiti di calibro internazionale (Duran Duran, R.E.M, Whitney Houston e tanti altri).
Il sipario si alzerà per la 70esima volta martedì 4 Febbraio. Che possa piacere o meno in fin dei conti non è importante, rimane comunque un pezzo della nostra storia e, soprattutto, della nostra cultura. Puntuale come un orologio svizzero ci accoglierà con tante novità e scandali.