Inter e Milan sembrano aver raggiunto l’accordo per la realizzazione di un nuovo San Siro entro il 2023. Il Comune di Milano attende la consegna di un progetto condiviso dalle due società, che dovrebbe coinvolgere l’area al momento occupata dai parcheggi dell’attuale Stadio Meazza. Una parte della storia del calcio italiano rischia di sparire per fare spazio ad un impianto all’avanguardia ed in linea con le arene più moderne.
Una decisione che tocca i cuori degli amanti del calcio, specie se si pensa a ciò che rappresenta San Siro in giro per l’Italia e per l’Europa: teatro di mille e una battaglia, infuocati derby meneghini e concerti da tutto esaurito, oggi la Scala del calcio rischia di cedere il posto ad un’enorme nuvola di fumo, rimpiazzata da un nuovo tempio del pallone che ospiterebbe le sfide casalinghe di Inter e Milan. «Non posso negare che a livello romantico l’ipotesi della demolizione o semplicemente dell’abbandono di San Siro sia un grande dolore. Ma è un provvedimento fondamentale per tornare grandi. Gli stadi di proprietà sono un grande esempio di virtuosità». Così ha commentato la vicenda al Corriere della Sera Adriano Galliani, ex Amministratore Delegato di quel Milan che nell’era Berlusconi vinse tutto ciò che c’era da vincere; un dirigente storico del nostro calcio che proprio a San Siro ha vissuto alcune tra le sue emozioni più forti in campo sportivo.
L’ambizione delle due squadre milanesi è quella di consegnare a Milano una struttura capace di valorizzare l’intera area del quartiere, un punto di riferimento che non si limiti al solo momento della partita, ma che diventi un vero luogo di incontro e d’interazione. Va precisato che, come riferisce il Comune, la costruzione del “nuovo San Siro” dovrebbe avvenire in armonia con l’indice di edificabilità sull’area, fissato allo 0,35% dal Piano di Governo del Territorio. In attesa della presentazione del progetto, sulla questione si è espresso anche il sindaco di Milano Giuseppe Sala: «Bisognerà trovare una formula perché il nuovo stadio sia di proprietà del Comune, con una concessione a lunghissimo termine. È chiaro che noi non possiamo perdere la proprietà dello stadio».