Salva-Milano, le dimissioni dell’assessore Bardelli e le volontà di Sala

«Vi chiedo di valutare se mi sono comportato con lealtà». È iniziato così il discorso per le dimissioni dell’assessore alla Casa del Comune di Milano Guido Bardelli. L’assessore ha rinunciato alla sua carica durante la seduta di consiglio comunale del 10 marzo. Le diatribe relative al Salva-Milano non hanno lasciato illesa la giunta del sindaco Sala che, per la prima volta, si è trovata unita nel sostegno a Bardelli e contro l’opposizione. Urla, cori e cartelli, ma anche tanta commozione. I partiti dell’opposizione non hanno perso l’occasione di criticare l’operato di Giuseppe Sala. Ma si tratta degli stessi commenti che sono arrivati anche dai partiti di centro sinistra. Ciò che ora Comune e cittadini chiedono in coro è di risolvere la questione abitativa della città.

Il discorso di Bardelli

«Ho a cuore tre cose: la prima è che la Giunta possa proseguire la sua azione. La seconda è che non si è rispettato il principio della segretezza. La terza è che si proteggano le persone a me care». Ha proseguito così l’ormai ex assessore Bardelli, davanti a una sala consiliare gremita di gente. Delle dichiarazioni a «cuor leggero», ma anche con grande fermezza. Bardelli si è tolto tutti i sassolini dalle scarpe.

I cronisti, che guardavano l’assessore in piedi parlare davanti a tutta la Giunta, sono stati criticati da Bardelli. I messaggi whatsapp di Bardelli resi pubblici, il nome del genero trapelato da un lancio d’agenzia, sono «violazioni della privacy inaccettabili» per l’ex assessore. Che, anche a causa di tutte le problematiche relative al Salva-Milano, abbandona definitivamente il sindaco Giuseppe Sala. E lo fa «senza rimpianti», ribadisce.

Guido Bardelli finisce di parlare. L’assessore allo Sport Martina Riva fa partire una sorta di standing ovation con le lacrime agli occhi. La seguono tutti i consiglieri e dal pubblico, composto da cittadini milanesi, parte una ola. Evidentemente il problema non era Bardelli.

La risposta di Sala

A rompere il ghiaccio il primo cittadino di Milano, Beppe Sala. «Non ritenevamo di avere violato la legge e non lo riteniamo ancora oggi», ha detto il sindaco. Sul tanto discusso Salva-Milano Sala è stato molto chiaro: «Continueremo nel confronto con la Procura nelle sedi giudiziarie. Nei due processi già iniziati il Comune è già presente come persona offesa».

E poi ha continuato, sostenendo che «ho ritenuto un atto dovuto prendere le distanze dal Salva-Milano, ma questa non è una resa». «Ma non si può negare che la materia urbanistica a Milano è mal regolata», ha aggiunto Sala. Sulle dimissioni del suo assessore alla Casa il sindaco si è detto «dispiaciuto, visto che in questi mesi Bardelli ha fatto un ottimo lavoro».

Scontri a Palazzo Marino

Le dimissioni di Bardelli e il discorso di Sala hanno creato materia di scontro. L’opposizione è insorta con cori contro il sindaco a cui si sono più volte chieste le dimissioni. «Non è l’assessore Bardelli che deve andarsene, è il sindaco», ha urlato il consigliere comunale di Fratelli d’Italia Riccardo Truppo. Seguito immediatamente dai colleghi del centro-destra che hanno alzato cartelli con scritto “Dimissioni”.

Come se non bastasse a tutto questo si sono aggiunti i cittadini che hanno assistito alla seduta. Molti avevano acquistato le case ora bloccate dalla questione del Salva-Milano. Gli animi erano tesi e fra i cori contro la giunta Sala anche fogli con scritto “Centrodetra = Centrosinistra”. Ciò che emerge è una grande stanchezza, accompagnata dalla preoccupazione di ciò che sarà e che dovrà essere deciso al più presto.

Francesca Neri

Laurea triennale in Storia Contemporanea all'Università di Bologna. Laurea Magistrale in Scienze Storiche e Orientalistiche all'Università di Bologna, con Master di I Livello in African Studies all'Università Dalarna.

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