Tensione tra Russia e Ucraina dopo lo sconto navale nello Stretto di Kerch, nel Mar Nero. Il casus belli è scaturito dallo speronamento da parte della marina russa del rimorchiatore ucraino che trainava due piccole navi militari durante un trasferimento dal porto di Odessa al porto di Mariupol nel mar di Azov. Un’operazione ritenuta da Mosca illegale.
La marina ucraina ha deciso così di far proseguire il viaggio alle navi militari scatenando ulteriormente l’ira del governo russo che ha richiesto l’immediato sequestro delle tre navi, ritenendo l’azione dell’Ucraina «una provocazione». La marina russa ha successivamente aperto il fuoco ferendo tre marinai ucraini.
I tre, al momento, si trovano all’ospedale di Kerch, in Crimea e sarebbero in condizioni stabili. Petro Poroshenko, presidente dell’Ucraina, ha convocato d’urgenza un Consiglio militare e ha richiesto l’applicazione della legge marziale. Kiev definisce l’attacco russo «ingiusto» considerato che, dal canto loro, la marina ha rispettato le norme internazionali comunicando il transito.
Sulla questione si è riunito, inoltre, il Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite a New York. Federica Mogherini, Alto Rappresentante della politica estera Ue, ha richiesto alla Russia di allentare la tensione e di ripristinare al più presto la libertà di circolazione nello stretto.
Intanto numerosi scontri sono scoppiati durante la notte a Kiev. Secondo i media internazionali, sono centinaia i manifestanti scesi in piazza e riunitisi sotto l’ambasciata russa. Durante la protesta, i presenti hanno dato fuoco a diverse auto tra cui un veicolo diplomatico.
La zona che interessa lo Stretto di Kerch e il Mar di Azov è da sempre al centro di diverse dispute politiche. Dal 2003, un trattato stabilisce che le due zone devono essere considerate come acque territoriali condivise.
Diversi mesi fa, nello Stretto di Kerch, è stato inaugurato un ponte che collegava la Russia con la Crimea. Nonostante ciò, il governo russo continua a mantenere un controllo molto rigido sulla zona ordinando perquisizioni che rallentano di giorni i viaggi.
(i.q.)