Sono 141 i dipendenti indagati, medici e paramedici, dell’ospedale G.B. Grassi di Lido di Ostia, in provincia di Roma. I funzionari medici sono stati denunciati dai finanzieri del comando provinciale della Capitale all’autorità giudiziaria.
L’accusa nei loro confronti è di aver permesso ad amici e parenti di eseguire accertamenti diagnostici completamente gratuiti senza seguire le ordinarie liste di attesa. Le indagini sono state avviate nel lontano 2017 dopo una denuncia sporta nei confronti di un’infermiera dell’ospedale.
Il sistema
Il modus operandi degli attuatori della frode era molto semplice. La persona bisognosa di una prestazione si rivolgeva a uno dei sanitari. Quest’ultimo, grazie alla password personale per l’accesso al sistema informativo dell’ospedale, avanzava la richiesta all’articolazione competente. Eseguito l’esame, gli indagati entravano in possesso del referto e lo consegnavano al beneficiario evitando così il pagamento del ticket alla Regione Lazio.
Un procedimento che è stato sfruttato addirittura da 523 persone tra parenti e amici. Ma non solo. Anche gli stessi medici e paramedici avrebbe usufruito di questo sistema a loro uso rendendo l’accusa ancora più pesante.
«La truffa, oltre a danneggiare il Servizio Sanitario Nazionale, ha leso i diritti degli altri utenti. Questi ultimi infatti, prenotandosi regolarmente al Cup, dovevano attendere il proprio turno prima di sottoporsi a un esame diagnostico» hanno detto le autorità di Roma.
Gli indagati ora, oltre a dover rispondere all’autorità giudiziaria ordinaria del reato di truffa aggravata ai danni del Servizio sanitario nazionale, dovranno vedersela con la Corte dei conti per il danno procurato all’erario.