Nel quartiere di Rogoredo, a Milano, sarà presto costruito un albergo low cost da dieci piani e da 490 camere. La struttura prenderà il posto della sede della società di frigoriferi Adafrigor, l’ecomostro di via Boncompagni 101, che fu abbandonata negli anni ‘80. Sono infatti iniziati i lavori di demolizione. La proposta progettuale dello studio Frova Nasini Architetti e dell’Ingegnere Luigi Martinenghi, prevede una serie di interventi di riqualificazione, come la sistemazione dei marciapiedi e un parcheggio per la stazione e la metropolitana.
L’edificio è commissionato dalla catena giapponese Toyoko-Inn e avrà forme e colori simili a quelle altre strutture sparse in giro per il mondo. Sarà inoltre uno dei più grandi, se non il più grande, di Milano. Per il gruppo giapponese sarà la prima volta in Italia. La società è presente in Giappone, Corea, Filippine, Cambogia, Germania e Francia. Scegliere Rogoredo ha, per la società, i suoi vantaggi. La periferia è infatti collegata alla stazione ferroviaria, all’autostrada A1, alla Tangenziale Est, alla Tangenziale Ovest e all’aeroporto di Linate. L’obiettivo è quello di far diventare l’edificio un punto di riferimento “positivo” per una zona che ospita il “bosco della droga”, l’area di spaccio di eroina più grande del Nord Italia.
Inoltre, stando a quanto promesso dal sindaco di Milano, Beppe Sala, nel quartiere sarà costruito il Pala Italia di Santa Giulia. La struttura sarà edificata anche se Milano e Cortina non dovessero essere assegnate le Olimpiadi invernali del 2026. Insieme a questo, sarà realizzata una scuola media destinata ad ospitare 350 bambini e un nuovo quartiere con alloggi a canone sociale. Si tratta di 606 immobili divisi in 25 edifici, di cui 143 saranno in vendita e 463 in locazione. Saranno costruiti diffusamente e non in unico edificio, così da garantire il mix abitativo. «Queste — ha dichiarato Sala — sono le trasformazioni, per così dire, capillari che ci permettono di ricucire il tessuto urbano e di incidere efficacemente nei quartieri, come quello di oggi, che sono inseriti nel nostro piano di rigenerazione delle periferie».