Apparentemente si starebbe andando verso una revoca delle concessioni ad Autostrade, ma prima il governo vuole chiudere l’istruttoria avviata in seguito al crollo del ponte Morandi a Genova. La decisione del Consiglio dei Ministri è attesa per la fine del mese, anche se all’interno della maggioranza c’è ancora il caos. Il M5S è favorevole alla revoca e il ministro degli Esteri Luigi di Maio ha dichiarato: «Non si devono più fare profitti sulle nostre autostrade, mettendo a rischio la vita degli italiani». Di parere contrario è invece Italia Viva, che vuole aspettare l’esito dei processi. «Chi decide?», si è chiesto Matteo Renzi, «le regole e le leggi sono cose serie». Meno chiara è, infine, la posizione del Pd, che non sembra avere ancora un’idea precisa.
«Non si decide, non si capisce che posizione abbiamo. Ma io devo saperlo!», si è sfogata la ministra dei Trasporti Paola de Micheli, riferendosi a Nicola Zingaretti. All’interno del Partito Democratico, sembra però prevalere l’idea di andare verso la revoca delle concessioni. Anche il Presidente del Consiglio Giuseppe Conte è della stessa opinione: «Mi sembra inevitabile la revoca per Autostrade». Sia il MS5 che i dem concordano su una cosa: sul bisogno di trovare una soluzione alla questione Autostrade al più presto; ciò a causa del giudizio non positivo che entrambi i partiti hanno del modo in cui sono state affidate le concessioni e del potere che hanno consegnato ai privati.
Inoltre, c’è la questione dei controlli che non funzionano, come ha dimostrato il caso del ponte Morandi. Il MS5 e Leu credono che la revoca della concessione sia l’unica risposta. Il Pd è invece convinto che ciò non solo non risolverà il problema della manutenzione, ma non riporterà nemmeno l’equilibrio nei rapporti fra pubblico e privato.
Un’altra questione riguarda le penali che lo Stato dovrebbe pagare nel caso in cui decidesse di rinunciare ad Autostrade. Si parla di 23 miliardi di euro. Il MS5 e il PD sperano di riuscire a ridurre la multa a 7 miliardi, grazie alla modifica introdotta nel decreto Milleproroghe.
Ma i problemi per il governo non sono finiti. Autostrade ha già comunicato l’intenzione di aprire un contenzioso legale nel caso in cui si decidesse di revocare le concessioni. Alcuni investitori di Atlantia, la holding dei Benetton, hanno poi annunciato che invieranno all’Unione europea una lettera di proteste contro il Milleproroghe.