Nove milioni di persone muoiono ogni anno a causa dell’inquinamento. Secondo l’analisi della Commissione Inquinamento e Salute pubblicata dalla rivista The Lancet, l’inquinamento atmosferico, sia domestico che ambientale, è la causa di un decesso su sei. “Della Terra non resterà che un pallido ricordo” direbbe oggi Franco Battiato, a un anno dalla sua scomparsa.
Le malattie provocate dall’inquinamento
Negli ultimi due decenni, i decessi causati dalle moderne forme di inquinamento sono aumentati del 66%. Le cause sono l’industrializzazione, l’urbanizzazione incontrollata, la crescita demografica, la combustione di combustibili fossili e l’assenza di politiche chimiche nazionali o internazionali.
L’inquinamento atmosferico causa 6,67 milioni di decessi, in aumento rispetto ai 4,2 milioni del 2015 e ai 2,9 del 2000. L’inquinamento idrico, invece, è responsabile di 1,36 milioni di morti. Seguono 900mila decessi causati dal piombo e 870mila legati alla tossicità di sostanze chimiche sui luoghi di lavoro.
L’inquinamento e i rifiuti creati dall’uomo rilasciati nell’aria, nell’acqua e nel suolo raramente uccidono direttamente, ma causano gravi malattie cardiache, cancro, problemi respiratori e diarrea acuta. Infatti, il suo impatto sulla salute rimane molto maggiore di quello di guerra, terrorismo, malaria, HIV, tubercolosi, droghe e alcool.
I maggiori decessi in Asia
Il calo dei decessi dovuti all’inquinamento tradizionale, quello dell’aria domestica, è più evidente in Africa. Questo è dovuto ai miglioramenti nell’approvvigionamento idrico, i servizi igienico-sanitari, gli antibiotici, i trattamenti e i combustibili più puliti.
L’aumento dei decessi, invece, per le forme più moderne di inquinamento è evidente nell’Asia meridionale e orientale e nel Sud-Est asiatico. I fattori responsabili sono l’aumento dell’inquinamento atmosferico e chimico e l’invecchiamento della popolazione.
Il legame tra inquinamento e cambiamento climatico
L’inquinamento atmosferico è legato al cambiamento climatico, perché le emissioni che determinano entrambi i problemi di sviluppo provengono in gran parte dalle stesse fonti, come combustibili fossili o combustione di biocarburanti. Le ricadute si riscontrano anche sulla vegetazione e sulla fauna, oltre che sulla qualità dell’acqua e del suolo. Tra i componenti più pericolosi disciolti nell’aria, ci sono l’ozono troposferico e il black carbon che hanno un potenziale impatto sul clima e sul riscaldamento globale a breve termine.
Battiato, la sensibilità ecologica nella musica
Negli anni ’60 e ’70 del secolo scorso, alcuni grandi artisti e intellettuali avevano già recepito e interiorizzato nelle loro opere la gravità della crisi ecologica mondiale. Il dibattito internazionale cominciava a criticare il capitalismo industriale, fondato sullo sfruttamento intensivo delle risorse naturali e sul consumismo di massa.
Nel 1972 il cantautore italiano Franco Battiato (proprio oggi è l’anniversario della sua scomparsa) pubblica il disco Pollution, un concept album i cui brani ruotano attorno al tema dell’inquinamento.
“Ti sei mai chiesto quale funzione hai?” è il titolo del brano che chiude l’album. Con una semplice domanda sfida tutti coloro che credono in un progresso umano lineare e irreversibile. Più tardi, negli Anni ’80, registra Auto-motion, un brano che ne è la prosecuzione. Racconta un mondo distopico, schiavo degli algoritmi e della liofilizzazione, in balìa degli sconvolgimenti climatici dell’universo, mentre della “Terra non resterà che un pallido ricordo”.