«Tenete quei biglietti, perché gli spettacoli saranno fantastici» assicura Roger Daltrey, il cantante degli Who, ai fan, che si sono visti posticipare a data da destinarsi il tour in Regno Unito e Irlanda. Allo stesso modo, nella giornata del 13 marzo è arrivato l’annuncio della cancellazione del Radio 1 Big Weekend, il festival musicale organizzato dalla BBC nella città scozzese di Dundee.
Tuttavia, data la mancanza di disposizioni univoche e obbligatorie da parte del governo di Londra, non tutti hanno annullato spettacoli ed eventi.
Stereophonics e Lewis Capaldi still on stage
È il caso degli Stereophonics. La famosa band gallese ha proseguito i concerti, esibendosi nel giro di una settimana all’O2 Arena di Londra, a Glasgow, a Manchester e infine, per due sere, il 14 e il 15 marzo, a Cardiff, di fronte a una folla di oltre 10.000 persone.
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La decisione del gruppo ha provocato le critiche di fan, colleghi e giornalisti, preoccupati per la possibilità di contagio tra gli spettatori. Ciò nonostante, la prossima data del tour degli Stereophonics, in programma il prossimo 25 marzo alla prestigiosa Royal Albert Hall di Londra, è sold out e non è stata annullata.
Critiche, che non hanno risparmiato neanche il cantante scozzese Lewis Capaldi, salito comunque sul palco ad Aberdeen il 15 marzo, per l’ultima data della sua tournée, nonostante gli avvertimenti. «Lo show finale del tour di Lewis nelle arene del Regno Unito, ad Aberdeen, si è svolto in piena conformità col documento consultivo sui raduni di massa emesso dal governo scozzese», ha dichiarato un portavoce dell’artista.
In Inghilterra si corre nonostante la pandemia
Non sono solo i concerti a preoccupare. In Inghilterra, nel weekend si sono infatti svolte regolarmente due mezze maratone: la Bath-Bristol e la half marathon di Liverpool. Anche qui la folla ha superato le 10.000 persone.
Il mancato annullamento delle gare ha fatto discutere anche perché, solo due giorni prima del loro svolgimento, era stato ufficializzata la posticipazione della maratona di Londra. La 40esima edizione della corsa londinese è stata spostata, per la prima volta nella sua storia, dal 26 aprile al 4 ottobre.
La situazione a Londra
Nonostante le eccezioni, nella capitale sono state confermate la cancellazioni di buona parte dei maggiori eventi culturali. Dalla parata di San Patrizio del 17 marzo, alla fiera del libro, il London Book Fair, che doveva avere luogo dal 10 al 12 marzo, ma è stata annullato.
Ancora più difficile la situazione dei pub e dei club londinesi, preoccupati da un’eventuale quanto plausibile futura sospensione delle attività. «Il governo ha intrapreso delle misure questa settimana per offrire alle attività un periodo di esenzione dalle tasse, ma questo non ci sta aiutando in alcun modo», ha detto il direttore del Royal Vauxhall Tavern, uno dei più famosi locali LGBT della città.
Hanno preoccupazioni simili i proprietari dei tanti club musicali di Londra: infatti, nonostante una gran parte di questi restino per ora aperti, molti fan stanno scegliendo di non rischiare e rimanere fuori. In più la possibilità, nei prossimi giorni, di dover chiudere o ridurre gli orari di lavoro, affliggerebbe non soltanto i locali, ma anche i musicisti e i promoters.
Per ora, le uniche misure adottate dai locali, restano quelle di posizionare della segnaletica aggiuntiva intorno al locale, per ricordare ai clienti di lavarsi le mani. In attesa di notizie da Downing Street, che ad oggi ha soltanto «sconsigliato vivamente» di frequentare pub, teatri e altri luoghi di ritrovo.