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Recessione democratica in Europa, l’Italia è tra i Paesi peggiori per Liberties

«L’Italia mina deliberatamente lo stato di diritto». È quanto emerge dal Liberties Rule of Law Report 2025, l’analisi annuale sullo stato della democrazia in Europa. Secondo il rapporto, redatto dalla Civil Liberties Union for Europe insieme a 43 organizzazioni per i diritti umani, l’Italia è tra i Paesi in condizioni più critiche. Insieme a Bulgaria, Croazia, Romania e Slovacchia è accusata di smantellare la democrazia con politiche che minano intenzionalmente il principio della separazione dei poteri.

Indebolimento democratico e controllo politico: il caso italiano 

L’Italia è descritta come un caso emblematico di recessione democratica. Il governo Meloni, secondo il rapporto, ha attuato significative modifiche al sistema giuridico e ha rafforzato in questo modo il controllo politico sulle istituzioni giudiziarie. In particolare, le riforme proposte consentirebbero al ministero della Giustizia di esercitare “poteri illimitati” sui pubblici ministeri, riducendo l’autonomia della magistratura e indebolendo la separazione dei poteri.

Tuttavia il rapporto non si limita a evidenziare i cambiamenti legislativi, ma denuncia anche l’intolleranza crescente verso le critiche dei media. In particolare, viene citato l’esempio della cancellazione, lo scorso anno, del manifesto antifascista di Antonio Scurati dalla programmazione della Rai. La situazione, si legge nel rapporto, rappresenta un «sintomo di una recessione democratica più ampia». A questo, infatti, si aggiungono le nuove leggi italiane che hanno inasprito le sanzioni contro chi partecipa a manifestazioni non autorizzate e che hanno imposto restrizioni alle ONG che operano nel soccorso in mare e nell’assistenza ai migranti.

Liberties Rule of Law Report 2025
Lo stato della democrazia nel resto d’Europa 

La situazione italiana non è un caso isolato in Europa, anzi. Il Liberties Rule of Law Report mette in luce una preoccupante recessione democratica che coinvolge altri Paesi dell’Unione e che si è aggravata nel 2024. In particolare, prosegue la trasformazione dell’Ungheria in una “autocrazia elettorale”: qui lo stato di diritto ha subito un ulteriore e significativo regresso in diversi ambiti. Per esempio l’introduzione di un ufficio per la protezione della sovranità ha aumentato i poteri del governo ungherese e rischia di controllare ulteriormente la vita pubblica e di limitare le libertà individuali.

Mentre in Bulgaria, le indagini anticorruzione sono usate per attaccare gli avversari politici e in Slovacchia le leggi sulle ONG limitano la loro libertà d’azione. Poi in Croazia, la nomina di Ivan Turudić, ex giudice legato al partito al potere, a procuratore generale ha minato l’indipendenza della giustizia. E infine in Romania è stato segnalato l’utilizzo del social network TikTok da parte di un ultranazionalista per scopi politici e questo ha evidenziato come la sfera digitale possa essere manipolata per fini elettorali.

Sfide che affrontano le democrazie europee

Non è tutto, perché persino i Paesi considerati roccaforti democratiche stanno scivolando verso una tendenza autoritaria. Anche le “democrazie modello” mostrano declini isolati in alcuni settori, ma comunque preoccupanti. In Francia, l’uso dell’articolo 49.3 della Costituzione, che permette al governo di adottare leggi senza il passaggio parlamentare, ha sollevato preoccupazioni sulla libertà di espressione. Mentre le risposte alle manifestazioni pro-palestinesi hanno suscitato critiche per l’uso della censura e della violenza. In Polonia, nonostante i tentativi di restaurare l’indipendenza giudiziaria e la pluralità dei media, il governo si trova a fronteggiare una «realtà complessa e frammentata», con difficoltà nel riformare le istituzioni compromesse. Infine ci sono i cosiddetti “stagnatori“, ovvero i Paesi rimasti statici o che hanno fatto progressi minimi nei loro indicatori dello stato di diritto. Ed è il caso della Grecia, dell’Irlanda, di Malta, dei Paesi Bassi e della Spagna.

Il rapporto lancia l’allarme: la democrazia in Europa è sotto attacco e sono necessari interventi concreti e tempestivi per scongiurare un’ulteriore regressione. In particolare, il Liberties Rule of Law Report 2025 ha invitato la Commissione Europea a intensificare gli strumenti di monitoraggio dei diritti democratici e a collegare i fondi Ue al rispetto dello stato di diritto. Inoltre, ha sollecitato un intervento legale più rapido ed efficace per contrastare le violazioni dei diritti fondamentali prima che altre democrazie europee vengano erose ulteriormente.

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