È trascorso appena un mese dall’inizio della raccolta delle domande per accedere a quota 100 sul sito dell’Inps. Secondo i dati dell’Istituto, sono oltre 75mila le richieste inviate. Se si dovesse continuare così, tra meno di quattro mesi si potrebbe coprire l’intera platea prevista per il 2019 (290mila persone).
Attualmente, il Sud è in testa. Sono 32mila le richieste provenienti dall’area del Mezzogiorno contro le 29mila dell’area settentrionale. I dati mostrano inoltre la predominanza dei dipendenti pubblici confermando il trend delle prime settimane. Il dato però spaventa, vista la possibile fuga di medici e insegnanti e le probabili ripercussioni sull’operatività della Pubblica Amministrazione.
Dalla cassa previdenziale di insegnanti e professori universitari sono infatti già pervenute 13.887 domande, poco meno dell’intero settore della pubblica amministrazione, dove le richieste sono 28.738. Ieri intanto per il personale della scuola scadeva la finestra per accedere alla pensione con requisiti ridotti che, in caso di accoglimento della domanda, scatterà il prossimo settembre.
I medici invece, al momento, sono 491. L’Inps però stima che a fine anno arriveranno a 4.500. Un dato allarmante se si considera che i pensionamenti per quota 100 si aggiungeranno ai quasi seimila camici bianchi che ogni anno lasciano. Per Asl e ospedali il rischio del collasso è dietro l’angolo, vista la carenza già grave di personale medico e il blocco delle assunzioni.
«Le domande presentate finora non sono rappresentative del totale, probabilmente una gran parte verrà rigettata per mancanza di requisiti», spiega Giuliano Cazzola a Repubblica. È probabile inoltre che dal settore privato, le richieste debbano ancora arrivare. Il motivo è da ricercarsi nelle diverse modalità di organizzazione delle aziende rispetto agli uffici pubblici.
Tra le grandi città, è Roma a vincere con 5.560 domande. Seconda è Napoli con 3.457. Segue poi Milano con 2.998 richieste. A livello regionale invece il primo posto è della Lombardia con 8.800 domande. Seconda la Sicilia con 8mila domande e terza la Regione Lazio.
Le pensioni saranno pagate dal 1° aprile. Subito dopo arriveranno i primi conteggi sul costo della misura. I dati saranno fondamentali per comprendere come modulare e gestire i fondi a lei destinati che sono di 3,7 miliardi quest’anno, anche in considerazione delle necessità legate al Reddito di Cittadinanza.