L’omosessualità in Russia non sarà più considerata solo come un crimine, ma anche come una malattia mentale. Vladimir Putin ha ordinato la creazione di un istituto per studiare queste e altre “questioni comportamentali”. A rivelarlo alla Duma è stato il ministro della sanità russo Mikhail Murashko. La notizia del centro per lo studio del comportamento delle persone Lgbtq+ è stata data dal ministro durante un’interrogazione parlamentare sulla legge che proibisce la transizione verso un altro sesso.
La vicenda
Il portale arcobaleno “Parni+” ritiene imminente l’introduzione in Russia delle “terapie di conversione” per “curare” gli omosessuali. La legge potrebbe creare un problema anche per le persone che stanno completando il loro percorso di transizione. Con l’entrata in vigore della legge molti sarebbero costretti a fuggire all’estero o a proseguire la terapia clandestinamente. Per questo, come riportato da alcuni siti femministi, molti stanno cominciando a raccogliere fondi online per completare velocemente la transizione.
La legge in Russia
In Russia è già in vigore una legge che vieta espressamente “la propaganda e la promozione” dei valori Lgbt, un provvedimento che colpisce con pesanti multe e che per gli stranieri prevede l’espulsione, in certi casi preceduta dal carcere. Per la violazione del divieto di promuovere “rapporti sessuali non tradizionali” la multa è da 800 a 80 mila euro, a seconda che l’infrazione sia commessa da persone fisiche o giuridiche. La legge prevede anche l’oscuramento su Internet di ogni discussione sulla comunità Lgbtq+ e sono censurati film in cui semplicemente si parla di omosessualità, ma i divieti riguardano anche cultura, pubblicità, libri.