A ventiquattro ore dalla notizia dell’indagine nei suoi confronti, la Guardia di Finanza ha eseguito una perquisizione in casa del magistrato Luca Palamara, attualmente in servizio alla procura di Roma come sostituto.
Il nome dell’ex consigliere del Consiglio superiore della magistratura, nonché ex presidente dell’Associazione nazionale magistrati, rientra infatti nell’indagine per corruzione avviata dalla procura di Perugia. Al centro dell’inchiesta ci sarebbe il rapporto di Palamara con Fabrizio Centofanti, lobbista arrestato nel 2018 per frode fiscale, e i presunti favori dell’imprenditore che avrebbero favorito un rapporto di scambio tra i due. Già in passato il Palamara aveva rivendicato l’amicizia con Centofanti, negando però di aver ricevuto regalie e tantomeno di aver concesso in cambio alcunché che avesse a che vedere con le funzioni che ha ricoperto. E nella giornata di mercoledì 29 maggio, venuto a conoscenza dell’indagine, Palamara aveva richiesto di essere interrogato per difendersi dalle accuse.
Contestualmente, la procura di Perugia ha notificato due avvisi di garanzia per il pm della procura di Roma Stefano Fava e per Luigi Spina, componente togato del Csm della corrente Unicost. Entrambi sono accusati di favoreggiamento e rivelazione di ufficio nel filone dell’inchiesta riguardante le nomine di procuratore capo e procuratore aggiunto di Roma.
Luca Palamara risulterebbe in corsa proprio per la posizione di procuratore aggiunto nella capitale e, da leader di Unicost, giocherebbe insieme a Cosimo Maria Ferri un ruolo chiave nelle trattative tra le correnti per nominare il nuovo magistrato capo della procura di Roma. Stando agli ultimi rumors, infatti, l’influenza dei due avrebbe portato a sciogliere l’accordo già siglato da Unicost e Magistratura Indipendente per nominare Francesco Lo Voi, attuale procuratore capo di Palermo e vicino al procuratore di Roma uscente Giuseppe Pignatone, al vertice della procura capitolina. I due punterebbero su un altro esponente di Magistratura indipendente, Marcello Viola, procuratore generale di Firenze.
Nel frattempo, il presidente dell’Associazione nazionale magistrati Pasquale Grasso ha commentato l’inchiesta nei confronti di Palamara: «Non ravviso alcun elemento di correlazione, salvo emersione di diversi elementi che allo stato non mi pare superino il livello della mera illazione. Il procedimento che condurrà alla nomina è in corso nella sede costituzionalmente prevista, e nel rispetto delle norme di legge. Ogni altro commento mi parrebbe un ulteriore indebito tentativo di interferenza».