L’Uruguay svolta a sinistra. Il candidato d’opposizione Yamandú Orsi si è imposto nel ballottaggio presidenziale contro Álvaro Delgado, esponente del Partido Nacional, lo schieramento di centro-destra al governo. Il leader della coalizione di sinistra Frente Amplio, cinquantasette anni, insegnante di storia, ha ottenuto il 49,8% delle preferenze, mentre il rivale conservatore si è fermato a quota 45,9% di schede a favore.
Il successo di Orsi segna un cambio di rotta nella politica uruguagia. Dal primo marzo 2025 un governo di sinistra tornerà a occupare le stanze di Palazzo Estévez di Montevideo. L’izquierda è stata al potere nel Paese dal 2005 al 2020 – con la staffetta presidenziale tra Tabaré Vazquez e José “Pepe” Mujica. Dall’anno del Covid a oggi, invece, l’Uruguay è stato guidato da Luis Lacalle Pou del Partito Nacional.
L’attenzione alle politiche sociali
La campagna elettorale si è concentrata sui temi economici e relativi alla sicurezza del Paese. Nonostante un alto reddito pro capite, tra la popolazione sono dilagati alcuni timori: la disoccupazione è arrivata a colpire l’8% della popolazione ed è in aumento la povertà infantile. Inoltre, preoccupa l’incremento della violenza legata al traffico di droga e il controllo del territorio a Montevideo, dove sono frequenti omicidi e scontri armati. Per far fronte a queste problematiche, Orsi si è impegnato per una maggiore attenzioni alle politiche sociali.
Le reazioni del Sud America tra entusiasmo e amarezza
La vittoria del Frente Amplio consolida il blocco di sinistra democratica dell’America Latina. Gruppo di cui fanno parte il Cile di Gabriel Boric, la Colombia di Gustavo Petro e il Messico di Claudia Sheinbaum. Dopo il successo, non si sono fatte attendere le reazioni da parte dei leader sudamericani. In primis, il presidente brasiliano Luiz Inacio Lula da Silva si è congratulato con Orsi affermando che questa è «una vittoria per tutta l’America Latina e i Caraibi».
Reazione più tiepida, invece, dal presidente ultraliberista argentino Javier Milei, a causa della distanza ideologica tra i due governi. Milei si è limitato a ripostare su X un comunicato stampa del ministro degli Esteri, ratificando l’impegno dell’Argentina «a lavorare insieme per rafforzare l’agenda comune e il benessere di entrambi i paesi».
In collaborazione con Michela De Marchi Giusto