Lunedì 12 maggio è stato approvato in Consiglio dei Ministri il decreto infrastrutture. È stata anche inserita una misura inerente alle opere di infrastruttura del ponte sullo Stretto di Messina. Questa ha come obiettivo il contrasto alle infiltrazioni mafiose nelle opere pubbliche. L’intervento del presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, si è concentrato proprio su questo punto. Infatti, la misura è stata giudicata inappropriata perché attuabile e adottabile solo per motivi d’urgenza. Verrà quindi rimossa dal decreto dopo il via libera, arrivato il 21 maggio, da parte del ministero dell’ambiente.
La misura
Niente di grave, il decreto infrastrutture è passato. Ciò su cui il Quirinale ha trovato necessario intervenire è la misura del ponte sullo Stretto. Ecco perché la modifica. Inizialmente, la volontà era quella di contrastare un’ipotetica infiltrazione della criminalità organizzata. Punto che però stride con l’attuale stato dei lavori, visto che viene applicato solo in casi estremi relativi, perlopiù, a calamità naturali.
La misura era stata proposta dal ministro delle Infrastrutture e vicepremier, Matteo Salvini, e dal ministro dell’Interno, Matteo Piantedosi. I due ministri volevano trasferire la competenza dei controlli alla struttura centralizzata per la prevenzione antimafia che fa riferimento al ministero dell’interno. L’obiettivo era quello di dimostrare un maggiore impegno alla prevenzione di fenomeni di stampo mafioso.
Il ponte sullo Stretto
Un passo avanti comunque c’è stato. Perché la realizzazione del ponte sullo Stretto di Messina, che collega Sicilia e Calabria, ha avuto il via libera del ministero dell’ambiente. Era stata istituita una commissione di esperti per valutare l’impatto ambientale della costruzione. Dopo settimane di attesa questa commissione ha valutato positivamente la realizzazione del ponte.
Ora la documentazione passa nelle mani della presidenza del Consiglio. La parola finale spetta al Comitato interministeriale per la programmazione economica e lo sviluppo sostenibile. E l’ultimo atto consiste nel sigillo della Commissione Europea.