Pompei, riapre al pubblico la Domus degli Amanti

Il primo a portarla alla luce fu l’archeologo Amedeo Maiuri nel 1931. Oggi, dopo quarant’anni, riapre la Casa degli Amanti di Pompei, un gioiello artistico senza pari nel mondo. Ad annunciarlo è stato il direttore del Parco Archeologico Massimo Osanna con una nota ufficiale sul suo canale instagram.

Chiusa dopo il terremoto dell’Irpinia del 1980, la Dimora di via Stabiana è ricca di affreschi e decorazioni. Per gli Scavi di Pompei si tratta di un’apertura unica nel suo genere, infatti, è uno dei rari casi in cui l’edificio ha conservato quasi interamente il secondo piano a seguito dell’eruzione del 24 ottobre del 79 d.C.

Si pone così un punto sul grande progetto di messa in sicurezza del sito avviato già nel 2014 dopo gli innumerevoli crolli, non meno importante quello della parete della Casa della Caccia ai Tori del 17 dicembre 2017, struttura che prende il nome dalla raffigurazione di due tori stilizzati.

 

I numeri degli interventi di restauro

Un progetto reso possibile grazie ai 105 milioni di finanziamenti (75 europei e 25 italiani), “una storia di rinascita e di riscatto, un modello per tutta l’Europa nella gestione dei fondi comunitari, un luogo in cui si è tornati a fare ricerca e nuovi scavi grazie al lavoro di tante professionalità dei beni culturali”, ha commentato così il successo dell’operazione di restauro il Ministro dei Beni e delle Attività Culturali Dario Franceschini.

Con i fondi europei sono stati realizzati 76 interventi per il recupero degli scavi, 50 chilometri di colmi murari messi in sicurezza, 30 mila metri cubi di murature, 10 mila metri quadri di intonaci e 2,7 km di fronte di scavo messo al riparo da nuovi crolli.

Particolare dell’affresco della Casa del Frutteto

Altre due Domus aperte al pubblico

In concomitanza di questa importante apertura, torneranno accessibili  al pubblico altre due Domus: la Casa del Frutteto e la Casa della Nave Europa. La prima, di piccole dimensioni, deve il suo nome agli affreschi delle stanze private raffiguranti giardini e piante ornamentali, limoni, corbezzoli e uccelli svolazzanti, e un albero di fico su cui si attorciglia un serpente. La seconda, una dimora a vocazione agricola, prende il nome da un graffito raffigurante una nave da carico chiamata Europa come la figlia del Re di Tiro rapita da Zeus travestito da toro.

Rino Terracciano

giornalista praticante e curatore d'arte. Scrive per Masterx-IULM. Ha lavorato e collaborato con Accademie e Istituzioni museali come Académie de France à Rome, Accademia di Francia in Roma, Villa Medici; Museo Bilotti - Aranciera di Villa Borghese, Museo Archivio Laboratorio per le Arti Contemporanee Hermann Nitsch, Napoli.

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