«Un rapporto consolidato e continuativo». Così il Gip di Napoli descrive la relazione tra i clan della camorra di Sant’Antimo, periferia settentrionale di Napoli, e i tre fratelli del senatore di Forza Italia Luigi Cesaro, soci al 50 per cento in affari illeciti.
Un sodalizio svelato dalle indagini condotte dai carabinieri del Ros di Napoli e dalla DDA, avviate nel 2016 e culminate con una maxi operazione che ha portato all’ arresto di decine di persone considerate affiliate alle locali famiglie criminali Puca, Verde e Ranucci.
Tra queste anche Aniello, Raffaele e Antimo Cesaro: i primi due, entrambi già coinvolti in un’altra inchiesta su presunte collusioni con la camorra, sono finiti ai domiciliari mentre per Antimo, titolare di un noto centro di analisi, il giudice per le indagini preliminari Maria Luisa Miranda, ha disposto il carcere oltre che il sequestro della società “Il Molino”.
I rapporti della famiglia Cesaro con il clan Puca
Gestivano insieme laboratori di analisi e centri commerciali, secondo gli inquirenti compilavano di comune accordo le liste dei candidati da presentare alle elezioni. Poi, verificavano la compravendita dei voti: 50 euro a preferenza.
Nei video intercettati e resi noti dai Ros, è filmata anche la consegna delle schede elettorali precompilate.
E quando i clan, nel 2017, hanno perso le elezioni comunali a Sant’Antimo, hanno anche provato a costringere alcuni consiglieri di maggioranza a rassegnare le dimissione con attentati dinamitardi e minacce.
Sono stati complessivamente 59 gli arresti per mafia, tentato omicidio, corruzione elettore. Sequestrati beni per un valore di 80 milioni di euro.
Il senatore di nuovo indagato
Il parlamentare Luigi Cesaro, è indagato per concorso esterno in associazione mafiosa.
I magistrati ne avevano chiesto l’arresto ma il gip – si legge nell’ ordinanza – ha rinviato ogni decisione all’ esito dell’autorizzazione all’ utilizzo delle decine di conversazioni del senatore intercettate nel corso delle indagini.