Prende il via lunedì 27 gennaio 2020 a Milano il percorso partecipativo fra tecnici e proponenti, per individuare le località da sottoporre a nuovi interventi di “urbanistica tattica” nell’ambito del progetto “Piazze aperte in ogni quartiere”.
Si tratta di un progetto di riqualificazione urbana promosso lo scorso 19 settembre 2019 attraverso un bando pubblico con l’obiettivo di individuare insieme ai cittadini le aree di intervento per nuove forme sostenibili di mobilità, ampliamento delle aree pedonali, diminuzione del traffico veicolare, aumento della qualità della vita, attraverso nuove proposte.
Le aree interessate
Saranno Via Val Lagarina a Quarto Oggiaro, via Toce a Isola, Piazza Ferrara al Corvetto, insieme al progetto su Bruzzano le prime aree interessate a subire i primi interventi. È il risultato dell’incontro avvenuto in Triennale tra gli assessori Pierfrancesco Maran (Urbanistica), Marco Granelli (Mobilità) e Lorenzo Lipparini (Partecipazione) con i cittadini, le associazioni, i comitati, i commercianti dei vari municipi. Per altre località sarà necessario aspettare alla primavera.
Il progetto
“Piazze Aperte” è in collaborazione con Bloomberg Associates e con il supporto della National Association of City Transportation Officials (NACTO) Global Designing Cities Initiative. Il progetto prevede nuovi modi possibili di vivere lo spazio pubblico e nuove tipologie di utenza della piazza, sperimentando soluzioni alla mobilità dei ciclisti e pedoni, le criticità principali nell’ambito urbano individuato.
Le precedenti riqualificazioni
Milano è la città che più ogni altra si presta a questo tipo di interventi temporanei. Cinque le piazze che hanno subito già operazioni di riqualificazione: Dergano, Angilberto II, Porta Genova, Spoleto/Venini e Belloveso.
Attraverso la valorizzazione delle piazze urbane, incrementando le aree pedonali e fruibili, su 650 persone che vivono o frequentano quotidianamente i quartieri, l’81% degli intervistati si ritiene soddisfatto dagli interventi e il 76% vorrebbe fossero definitivi, con un picco del 91% per piazza.
Urban micro – design
Nonostante si tratti di interventi leggeri, la scelta dei prodotti e dei materiali per gli spazi temporanei è fondamentale. Una valutazione errata degli arredi urbani può inficiare il progetto nella sua essenza, condizionare la riuscita finale dello stesso e l’adattabilità dei cittadini agli spazi pubblici. Si tratta nello specifico di dissuasori, panchine, fioriere, griglie per alberi, portabici, oggetti con la capacità di ridisegnare gli spazi attraverso nuove geometrie, garantendo una migliore qualità della vita. Architetture a volte temporanee, che non convincono molto tecnici e urbanisti che vorrebbero interventi più strutturali ma capaci di ravvivare in particolar modo gli spazi periferici.
Risparmio energetico e proposte innovative
Sono tante le proposte innovative lontano dall’Italia. Un esempio virtuoso di urban design, che comprende interventi di “urbanistica tattica” promuovendo una stretta connessione tra sostenibilità ambientale e le tecnologie della luce, è quello proposto dallo studio Daan Roosegaarde. Si chiama Van Gogh Bicycle Path ed è una pista ciclabile fotoluminescente di 600 metri che collega le città olandesi di Nuenen ed Eindhoven, a zero emissioni e a costi contenuti.
Migliaia di sassi cosparsi di un’apposita vernice al fosforo, capace di assorbire, nell’arco della giornata, l’energia luminosa dalle radiazioni solari, per rilasciarla poi durante la notte e brillare come stelle. Un’operazione che ha prodotto un camminamento percorribile, uno spazio abitabile dai cittadini di Nuenen ed Eindhoven.
Daan Roosegaarge e il suo team di designer e ingegneri collegano persone e tecnologia in opere d’arte che migliorano la vita quotidiana negli ambienti urbani e stimolano l’immaginazione. La studio vinto numerosi premi internazionali per l’innovazione come il Shenzhen Global Design Award.