È incarcerato nelle segrete della polizia di Mansura da cinque giorni Patrick Zaky, il 27enne studente e attivista egiziano iscritto ad un master a Bologna sui diritti Lgbt. Era stato arrestato all’aeroporto del Cairo venerdì 7 febbraio, appena atterrato per una vacanza.
Uno dei suoi legali, Wael Ghaly, ha spiegato all’Ansa che Patrick «Non è accusato di terrorismo, ma di un’accusa peggiore, cioè rovesciamento del regime al potere». Per questo capo d’imputazione il ragazzo potrebbe rischiare l’ergastolo.
Il legale di famiglia riporta inoltre che il 24 settembre sarebbe stato emesso un mandato di comparizione nei confronti di Patrick, ma che nessuno glielo avrebbe comunicato: per questa ragione sarebbe stato fermato alla frontiera.
In un’intervista rilasciata al Corriere della Sera, i genitori George Michel Zaky e la madre Hala Sobhy Abdelmalek hanno raccontato che il giovane sarebbe stato torturato con l’elettroshock e interrogato illegalmente per 30 ore. E che, a causa delle sue domande e dei suoi post su Facebook sul caso di Giulio Regeni, «gli hanno sequestrato tutto: documenti, occhiali, vestiti, passaporto, telefonino, laptop, tesserino universitario».
«Dal 2016 – continuano i coniugi – di quel ragazzo italiano si parla su tutti i social media e lui conosceva il caso e se ne era interessato». La coppia ha dichiarato di aver visto il figlio solo domenica e che lo rivedranno giovedì, ribadendo la sua innocenza. Ai famigliari Patrick avrebbe chiesto dei libri, per prepararsi alla sessione d’esami di marzo.
La posizione dell’Europa
Sul caso di Zaky si è espresso il ministro degli Esteri Luigi Di Maio, che in un’intervista al Corriere della Sera ha detto: «L’Italia è sempre impegnata per il rispetto dei diritti umani. Abbiamo chiesto di seguire tutti i passaggi del processo».
Anche il presidente del Parlamento europeo David Sassoli si è dimostrato interessato alla vicenda: «Sento il dovere di porre alla vostra attenzione la vicenda di Patrick Zaky. Voglio ricordare alle autorità egiziane che l’Ue condiziona i suoi rapporti con i Paesi terzi al rispetto dei diritti umani e civili, come ribadiamo in tutte le nostre risoluzioni. Chiedo che Zaky venga immediatamente rilasciato e restituito ai suoi cari. Ne ho parlato con l’Alto rappresentante Ue Josep Borrell che solleverà la questione al prossimo Consiglio europeo lunedì prossimo».