
Papa Francesco non trattava direttamente l’argomento dei giovani, ma li tirava in causa continuamente. Dal lavoro alle problematiche relative al clima, i giovani erano per lui non tanto una preoccupazione, quanto una salvezza in un mondo funestato da guerre e intolleranze. Prendeva i giovani come una speranza per il futuro.
Faceva riferimento Ulisse come esempio per non cadere in tentazione («non fatevi distruggere dagli azzeratori di sogni e sicari della speranza…. Avanti tutti insieme!»), credeva nel lavoro dei giovani e cercava di spronarli, con le sue parole, a inseguire tutti i loro progetti, cosciente che sarebbero stati il seme per un futuro migliore.
«I giovani sono l’accesso a Dio», ha detto in questi anni Papa Francesco. Come pontefice evitava la retorica, parlava con loro e non di loro: il suo era un colloquio alla pari, che gli ha permesso di annoverarsi come punto di riferimento in una società confusa. Partiva dal Vangelo e su quello si instaurava il dialogo. Le Giornate Mondiali della Gioventù, i viaggi apostolici e il Sinodo convocato nel 2018: i giovani hanno interrogato il Papa e il Papa ha posto nuove domande ai giovani.
Il Papa e i social
Papa Francesco vedeva nei social network una conquista prima umana e poi tecnologica. «Siamo membra gli uni degli altri. Dalle social network communities alla comunità umana». Per lui internet era un mezzo per creare reti sociali, per enfatizzare il fatto che la vera rete, la vera connessione, siamo noi persone. Ma non era offuscato dai pericoli della rete. Era favorevole a una maggiore tutela per le fasce più giovani, sapendo che spesso la community poteva essere solo un agglomerato di persone con gli stessi interessi e non una vera comunità.
Ecco perché Papa Francesco ha sempre cercato di andare oltre al semplice utilizzo tecnologico di internet. Voleva istituire un osservatorio specializzato al cyberbullismo in Vaticano per proteggere i giovani dai pericoli della rete. Per lui internet non doveva essere un luogo abitato da giovani eremiti, ma un posto sicuro, nel quale creare delle nuovi reti e connettersi tutti insieme. «La Rete digitale può essere un luogo ricco di umanità, non una rete di fili, ma di persone. La Rete siamo noi, la Rete è fatta per toccarci, per incontrarci. Se non lo fa non è se stessa».
Le Giornate Mondiali della Gioventù
«A voi che siete il presente e il futuro: sì, proprio a voi, giovani, Gesù dice: “Non temete”». Così Papa Francesco si è rivolto ai giovani di tutto il mondo accorsi a Lisbona a inizio agosto 2023 per partecipare alla 37esima edizione della Giornata Mondiale della Gioventù. Un evento, quello della GMG, che ha coinvolto più di 600mila pellegrini provenienti da 184 Paesi per sette giorni all’insegna della preghiera, della convivenza comunitaria e dell’incontro con il Pontefice. Dall’1 al 4 agosto, nella capitale del Portogallo si sono tenuti incontri di carattere religioso per ragazze e ragazzi di età compresa tra i 18 e i 30 anni. Tra la sera del 5 e la mattina del 6, invece, la Veglia notturna con il Papa presso il Parque Tejo, coronata dall’Adorazione eucaristica, in un clima di devoto silenzio.
La Giornata Mondiale della Gioventù si tiene a cadenza biennale o triennale, a partire dal 1986, anno della prima edizione, a Roma. L’assegnazione del luogo di svolgimento segue il criterio della turnazione dei continenti. Nel 2019 era stata organizzata a Panama; per il 2027 la meta eletta dal Papa è Seul, in Corea del Sud. Si tratta di un raduno internazionale di giovani cattolici promosso dalla Chiesa, avente un tema cardine attorno a cui i pellegrini sono invitati a meditare. Il tema proposto per la GMG del 2023 è stato “Maria si alzò e andò in fretta”, frase tratta dal Vangelo di Luca. Un’esortazione a intraprendere con coraggio il cammino della propria vocazione, a «camminare, e se si cade rialzarsi. Camminare con una meta e allenarsi tutti i giorni perché nella vita nulla è gratis. Solo l’amore di Gesù è gratis», come ricordato da Papa Francesco nell’omelia al Parque Tejo.