
Il governatore Fabio Panetta lo ha detto chiaramente, davanti all’assemblea della Banca d’Italia, nel discorso delle Considerazioni finali: il mondo si sta infilando in un gioco pericoloso. «La corsa ai dazi potrebbe sottrarre quasi un punto percentuale alla crescita mondiale nell’arco di un biennio», ha avvertito. Non è una frase da economisti per economisti: semplicemente meno crescita globale significa meno lavoro, meno soldi e meno opportunità per tutti. Già oggi il 5% del commercio mondiale è a rischio.
E il paradosso, sottolinea Panetta, è che «lo scambio di beni continua a rappresentare il principale terreno di confronto nelle attuali dispute commerciali», quando in realtà il vero tesoro americano sono i servizi digitali, dove hanno un vantaggio enorme. Insomma, mentre si litiga su acciaio e automobili, il mondo corre veloce sul digitale, e chi resta legato ai vecchi modelli finisce tagliato fuori.
L’Europa, dal canto suo, è un gigante zoppo. Mancano un bilancio comune, un mercato dei capitali integrato, un titolo pubblico europeo sicuro. Senza questi strumenti, l’Europa rischia di essere sempre fragile. Un esempio? Una startup italiana oggi fatica a trovare investimenti per crescere, mentre una concorrente statunitense parte già avvantaggiata, grazie a un sistema finanziario più evoluto.
Il bilancio dell’Italia
Guardando all’Italia, Panetta non fa sconti. La produttività è bloccata da vent’anni, i redditi reali sono fermi ai livelli del 2000, mentre Francia e Germania hanno guadagnato oltre il 25%. Ci sono «segni di una ritrovata vitalità economica», ma il percorso di risanamento dei conti pubblici, avverte, «è solo all’inizio». Il debito resta alto e il Paese deve affrontare sfide enormi: invecchiamento della popolazione, transizione ecologica, trasformazione digitale, rafforzamento della difesa. Entro il 2040, il calo della popolazione in età lavorativa potrebbe costare fino all’11% del PIL, come una squadra che ogni anno perde giocatori ma deve comunque restare competitiva.
Anche il lavoro femminile è uno dei punti centrali. Solo il 52,5% delle donne italiane lavora, molto meno rispetto alla media europea. E questo è un problema non solo di equità, ma di sviluppo: più donne al lavoro significano più crescita, consumi e innovazione. Ma per riuscirci, servono asili e servizi per l’infanzia: senza queste strutture, anche chi vorrebbe lavorare spesso non ha possibilità reali di farlo.
#EconomiaItaliana 🎙️ Considerazioni finali del Governatore #Bankitalia Fabio Panetta.
L’innovazione deve essere al centro della nostra strategia economica. Ciò richiede un deciso rafforzamento degli investimenti in ricerca e sviluppo, per colmare il divario che ci separa da… pic.twitter.com/yHENq2g6ml— Banca d’Italia (@bancaditalia) May 31, 2025
E poi c’è il sistema bancario. I risultati del 2024 sono stati positivi, grazie ai margini di interesse, ma Panetta invita alla prudenza: nei prossimi anni potrebbero aumentare i prestiti che non verranno ripagati e diminuire la liquidità. Bisogna rafforzare le basi, non illudersi per qualche buon risultato di breve termine.
Nelle sue parole non c’è enfasi, non c’è allarmismo, ma una fotografia lucida: il futuro non si aspetta, si costruisce. Che si tratti di dazi globali o di asili nido, di transizione verde o digitale, di banche o di startup, la direzione è chiara, e il tempo per muoversi non è infinito.